Labirinto dei pagamentiCosì si orientano le adv

In costante sviluppo, al di là degli obblighi di legge. Giorno dopo giorno cresce il numero di persone che pagano vacanze, camere d'hotel, biglietti aerei e ferroviari con bancomat o carte di credito.

Nella distribuzione, però, c'è chi preferisce un sistema di pagamento rispetto all'altro, anche a seconda del prodotto che il cliente intende acquistare. “Meglio il bancomat - sostiene Angela Piscopo, titolare di Deviné Viaggi a Caserta -: ha commissioni più basse rispetto a qualsiasi carta di credito”. Sulla stessa lunghezza d’onda la milanese Laura di Molfetta, cotitolare di Tu Viaggi, che non accetta la carta per i pagamenti della biglietteria ferroviaria e “se il cliente è disponibile, lo invitiamo a usare bancomat, assegno o bonifico anche sul resto”. Nell'agenzia di Valeria Gangeri, titolare di Gangeri Travel a Reggio Calabria, si fa lo stesso e addirittura, una volta, “una ragazzina voleva pagarmi 30 euro con la carta per una lista nozze: mi sono rifiutata di fare la transazione”.

Il perugino Luciano Carlicchi, titolare di Grifo Viaggi, non accetta soltanto i pagamenti con quelle carte che presentano commissioni troppo alte: “Spieghiamo al cliente il motivo e chiediamo un'altra forma di pagamento: di solito capisce e ci viene incontro”. Al contrario, c’è chi non le disdegna: “Noi preferiamo che il cliente paghi la prenotazione alberghiera con la carta - spiega Antonio Adabbo, direttore tecnico della Aladino Viaggi a Napoli -. Prima, infatti, prendevamo i contanti e li dovevamo versare sul nostro conto, e poi effettuare il bonifico; oggi, invece, è tutto più immediato e rappresenta per noi un risparmio”.

Anche il torinese Ernesto Mosso, titolare di Crocetta Viaggi, gradisce le carte: “Oltre a offrire la certezza del pagamento, garantiscono una disponibilità di soldi immediata. Inoltre, il cliente è portato a spendere un po' di più. È una questione psicologica: facendo semplicemente strisciare una carta, non ha una chiara percezione di quanto sta lasciando, al contrario di assegni o contanti”.

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