La profezia degli esperti:le agenzie non moriranno

La professione dell’agente di viaggi non è morta, si è solo evoluta. Lo conferma un’indagine elaborata dall’app per la ricerca del lavoro CornerJob, che traccia il percorso di cambiamento che sta vivendo il settore per vincere la sfida dell’ambiente digitale.

“Prima - spiega il ceo and founder CornerJob Italia Mauro Maltagliati – l’agente di viaggi era solo una persona che prenotava i pacchetti e forniva i voucher di viaggio, oggi deve concentrarsi sul garantire un’esperienza positiva”.

L’indagine individua “tre coordinate di sviluppo del mestiere”, correlate tra loro e che ne stanno determinando l’evoluzione.

La prima è la consulenza. “Quando scelogono di andare all’estero, in destinazioni lontane, i viaggiatori cercano ancora il parere di un esperto”, spiega Maltagliati. L’agente si trasforma così in un consulente, preparato a 360° sulla destinazione, capace di fornire spunti interessanti, dare sicurezza e garantire esperienze di viaggio positive.

La seconda coordinata è poi la specializzazione. Una parte delle agenzie ha scelto di dedicarsi e di specializzarsi in un segmento particolare o in una determinata destinazione, offrendo così prodotti su misura tagliati ad hoc sulle esigenze dei clienti, mettendo anche a disposizione guide e rete di contatti locali.

Terza e ultima coordinata è poi quella dello sviluppo delle nicchie di mercato. Strettamente legata alla precedente, vede alcune realtà dedicarsi al turismo d’affari o alle cerimonie, alla terza età o al turismo religioso. Una scelta vincente che porta i clienti a fidelizzarsi e a mantenere un contatto longevo e duraturo con l’agenzia.

“Il ruolo dell’agente – conclude Maltagliati – non è quindi più associato a quello di una mera figura amministrativa, ma a quella di un esperto. Una figura competente e di fiducia da cui tornare”.

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