Quando l’outletporta soldi alle agenzie di viaggi

Il tema è al centro di dibattiti e confronti: il turismo shopping, o, meglio ancora, il villaggio dello shopping, può portare business nelle agenzie di viaggi del territorio? È una questione controversa: i flussi diretti verso le mecche del lusso a prezzo contenuto spesso e sovente sfuggono alla filiera del turismo organizzato e non portano reali benefici alle imprese del settore.

A Torino, però, l’equazione outlet=business in crescita per le agenzie sembra funzionare. Soprattutto ora con l’apertura del nuovo Torino Outlet Village alle porte della città.  

L'esperienza di Somewhere
A raccontare come e perché funziona è una delle firme storiche del tour operating inbound della città, Somewhere Tours & Events, famoso per i suoi viaggi alla scoperta della Torino Magica o sotterranea. Che dice: “Era un segmento di mercato che a Torino mancava e perdevamo delle opportunità. Ora possiamo lavorare con maggiore elasticità e avere un’offerta ancora più completa da mettere sul mercato”. Laura Audi, una delle titolari del t.o., spiega i plus di avere un villaggio shopping così vicino al centro cittadino.

“Noi abbiamo sempre messo in programmazione tour negli outlet come attività post congress o come tour accompagnato da un personal shopper che funge anche da guida e traduttore – dice –, ma certo prima dell’apertura di questo villaggio dovevamo spostarci più distante. Ora invece possiamo proporre abbinamenti anche solo di mezza giornata di shopping abbinati alle visite culturali della città”.

I target e i mercati
Due in genere i tipi di clientela che richiedono i tour agli outlet: “È un prodotto che funziona su piccoli gruppi di livello medio, a cui proponiamo mezza giornata di shopping – dice Audi – oppure su clienti upper level, che chiedono il servizio ‘private’, ossia la possibilità di avere un negozio di grandi firme a scelta all’interno dell’outlet chiuso al pubblico e dedicato solamente a loro per qualche ora. In questo caso sono individuali, molto spesso coppie, provenienti principalmente dai paesi Arabi, dalla Russia o dagli Usa”.

Collaborazione e commissioni
Il lavoro di collaborazione con gli outlet, secondo Audi, “è molto facile, perché hanno una vocazione prettamente commerciale e sono in grado di lavorare con grande flessibilità cosa che per esempio le attrazioni culturali non riescono a fare – spiega - . Altro punto a favore degli outlet è che pagano commissioni sulle vendite effettuate sui gruppi, e questo consente una buona redditività”.

In più, l’outlet di Torino sembra essere particolarmente interessato alla collaborazione con gli operatori del turismo: “Hanno la volontà di costruire pacchetti turistici e ci hanno coinvolti: vogliono realizzare navette dalla Francia per portare flussi internazionali, ai quali stiamo progettando di offrire una parte di prodotto culturale o enogastronomico in città per poi dedicare mezza giornata al villaggio shopping”.

Certo, ci vuole iniziativa, e quella alle signore di Somewhere sembra non mancare.

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