Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un Governo che sembra partire con il piede giusto, almeno nelle intenzioni.
L’esecutivo di Enrico Letta (nella foto) apre a sorpresa, fin dal discorso con cui il premier ha chiesto la fiducia alle Camere, al turismo. Se ne ricorda, il Presidente del Consiglio, di quel motore economico che è il comparto.
"Una grande risorsa è l’Italia stessa - ha detto Letta -. Bellezza senza navigatore. La nostra tendenza all’autocommiserazione è pari solo all’ammirazione che l’Italia suscita all’estero. Molti stranieri vogliono bagnarsi nei nostri mari, visitare le nostre città, mangiare e vestire italiano. L’Italia e il made in Italy sono le nostre migliori ricchezze. Per questo dobbiamo rilanciare il turismo e soprattutto attrarre investimenti. Rimuoviamo quegli ostacoli che fanno sì che l’Italia per molti non sia una scelta di vita".
L’obiettivo, allora, per il premier, è "puntare sulla cultura, motore e moltiplicatore dello sviluppo, o sulle straordinarie realtà dell’agroalimentare. Questo significa valorizzare e custodire l’ambiente, il paesaggio, l’arte, l’architettura, le eccellenze enogastronomiche, le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali".
Un obiettivo pienamente condiviso da Massimo Bray, il neoministro che fin dai primi giorni del suo incarico ha iniziato a dialogare con il mondo della cultura e del turismo, in particolare attraverso i social network, raccogliendo le prime sollecitazioni e le indicazioni dei diversi attori del comparto.
Il Governo, intanto, ha promesso interventi meno attinenti al Turismo, ma che hanno attratto l’attenzione delle imprese.
Fra questi lo stop agli acconti Imu sulla prima casa previsti per giugno, provvedimento che darà un po’ di fiato per l’estate alle tasche degli italiani e il taglio al cuneo fiscale per le imprese. L’idea è ridurre il carico fiscale sul lavoro stablle e quello sui neo assunti, e defiscalizzare le assunzioni.