Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una carica di 1800 imprese nate quasi dal nulla, spinte dal principio dell’innovazione e sostenute da una normativa fatta di agevolazioni e incentivi in cui l’Italia, per una volta, ha fatto da apripista.
Sono i dai delle start up italiane resi noti dal Ministero dello Sviluppo economico a un anno e mezzo dall’avvio delle nuove procedure per il settore. Un comparto che si è affermato come realtà importante dello sviluppo economico e che vede il turismo in prima fila, come ha dimostrato anche l’ultima edizione di TTG Incontri: TTG Next, la nuova area dedicata, ha visto una folta partecipazione di start up, che si sono presentate e confrontate con le aziende storiche o comunque tradizionali.
Per sostenere lo sviluppo sono stati avviati anche tre portali dedicati al crowdfunding, si legge nella relazione del Ministero, mentre altri tre hanno già presentato domanda alla Consob. Sono invece 42 le domande presentate al Fondo di garanzia per l’accesso al credito agevolato: 6,2 milioni di euro il fondo già stanziato alle imprese.
L’analisi effettuata dal ministero, poi, evidenzia come circa due terzi delle start up fattori meno di 100mila euro, mentre il 6,4 per cento va da 500mila a 5 milioni di euro. La quasi totalità delle aziende, l’82,3 per cento, ha come natura giuridica la società a responsabilità limitata.
Per sostenere ulteriormente lo sviluppo sono ora entrate in vigore le discipline che regolano sia le start up che gli incubatori certificati delle stesse start up. Ampio spazio viene dato in particolare agli incentivi fiscali, previsti per chi investe, sino essi singoli o società. Agevolazioni che vanno dal 19 per cento di detrazione d’imposta fin a un massimo di 500mila euro di investimento per i singoli e del 20 per cento per le società. La soglia poi sale ulteriormente nel caso di start up a vocazione sociale o dedicate al campo energetico.
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