Abusivismo:se il turista è un fantasma

Sfuggono alle statistiche e, soprattutto, il giro d’affari che generano è invisibile al fisco. L’abusivismo nel turismo è diventato un fenomeno a volte dai contorni sfocati, spesso difficile da decifrare e calcolare in maniera precisa.

Ci ha provato Gallipoli, una delle destinazioni di punta dell’Italia. Con due semplici dati, riportato da ilquotidianodipuglia.it: le 90mila presenze turistiche registrate durante l’estate dello scorso anno contro le 250mila registrate nel solo periodo di ferragosto da utenze e volume dei rifiuti.

Una parte del fenomeno è sicuramente ascrivibile alla cosiddetta sharing economy, che consente di mettere in condivisione le case, spesso senza dichiarare nulla al fisco. “I b&b professionali sono strutture ricettive a tutti gli effetti e contribuiscono al benessere economico dei territori, i problemi nascono nel ‘family’, dove è più facile che qualcosa possa sfuggire”: questa l’analisi riportata dal sito web del presidente di Federalberghi Puglia Mimmo De Santis.

Un fenomeno che sicuramente non si ferma al Salento, ma coinvolge tutta l’Italia. Ancora una volta, danneggiando anche chi nel settore del turismo opera con trasparenza e nel rispetto delle leggi. De Santis concentra l’analisi sulle case vacanza, ma sicuramente non è questo l’unico settore dove prolifera la ‘zona grigia’ del turismo abusivo.

Gli agenti di viaggi conoscono bene i dettagli del fenomeno. E da più parti, ormai da anni, si richiede un intervento nel settore. Soprattutto oggi, quando i ‘regolari’ fanno sempre più fatica a tenere la serranda alzata.

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