Il commento del direttore
Remo Vangelista
Chiude per restauri un’icona dell’ospitalità non solo newyorkese, ma mondiale. Lo storico Waldorf Astoria saluta gli ospiti e dà appuntamento, rinnovato, nel 2020.
L’hotel dal doppio nome, che ha ospitato nei lunghi anni della sua attività presidenti degli Stati Uniti, teste coronate e divi dello spettacolo, ma anche gangster famosi come Frank Costello e Lucky Luciano, è stato inaugurato nel 1931, ma ha origini ben più antiche e una storia di cugini e zie alle spalle.
La storia inizia nel 1893, quando William Waldorf Astor apre il Waldorf Hotel vicino a casa di sua zia, ossia dove ora si trova l’Empire State Building. La cosa provocò grandi liti fra zia e nipote, finche il cugino, John Jacob Astor riappacificò l’anziana signora convincendola a trasferirsi e edificò un altro hotel, l’Astoria.
Le due strutture vennero collegate dalla cosiddetta Peacock Aley grazie a George Boldt, titolare di un hotel di superlusso a Philadelphia a cui i due Astor affidarono le strutture. Sotto la sua guida, il Waldorf Astoria iniziò la sua leggenda.
Leggenda proseguita fino ad oggi grazie ad un acquisto fortunato: nel 1949 un certo signor Conrad Hilton comprò la struttura e la trasformò nell’icona di ospitalità che è ancora oggi.
Sul portale dell’hotel, Hilton, ancora proprietario, comunica che la struttura resterà chiusa per circa tre anni per un rinnovamento e una ristrutturazione totale.