Addio ai voucher lavoro: doccia fredda sul turismo

Stop ai voucher per pagare i lavori occasionali. La maggioranza parlamentare si dimostra ‘più realista del Re’ e previene il referendum proposto dalla Cgil con un emendamento che cancella gli stessi tre articoli del d.l. 81/2015 (il cosiddetto Jobs Act) che il sindacato proponeva di eliminare.

Come riporta repubblica.it, l’abolizione dei voucher dovrebbe confluire in un decreto che il Governo sarebbe pronto a votare già oggi.

Insomma, tutto fa pensare che, al più presto, le aziende e gli imprenditori italiani debbano dire addio ai voucher come sistema di retribuzione. Dai primi dettagli emersi, l’ipotesi sarebbe quella di introdurre comunque un periodo di transizione (che si concluderebbe il 31 dicembre 2017) per smaltire i buoni lavoro già acquistati.

La notizia arriva quasi come una doccia fredda per le imprese: nelle ultime ore, infatti, sembrava essersi fatta largo un’ipotesi meno drastica, con la limitazione all’uso dei voucher per le famiglie e le imprese senza dipendenti, con limiti massimi di importo complessivo annuo. Tutto cancellato: a vincere è stata la linea ‘estremista’, con la cancellazione totale dello strumento.

Le reazioni delle imprese
Già nelle prime ore dopo l’annuncio della decisione sono arrivate le reazioni del mondo imprenditoriale. Tra le prime ad alzare la voce Confesercenti, che senza mezzi termini ha affermato in una nota stampa: “L’abrogazione dei voucher è un errore”. Il presidente Massimo Vivoli ha aggiunto: “Cancellare i buoni lavoro, completamente o parzialmente, non vuol dire solo danneggiare le imprese, ma togliere ai lavoratori un’occasione di guadagno”.

Vivoli ha inoltre parlato di “passi avanti” compiuti di recente nell’utilizzo dei buoni lavoro. “Penso ad esempio - ha proseguito - all’introduzione della tracciabilità, che ha fortemente circoscritto l’uso dei voucher, come certificano i dati della stessa Inps”.

L’eliminazione arriva, inoltre, alle porte della stagione estiva. E Confesercenti, nel comunicato, precisa la necessità di istituire nuove regole per il lavoro accessorio, proprio nel momento in cui (soprattutto nel turismo) si fa più forte il bisogno di prestazioni occasionali.

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