Tassa Airbnb: cos'èe chi la deve pagare

È stata definita ‘tassa Airbnb’, anche se coinvolgerà tutti i soggetti che operano nel settore degli affitti brevi, siano essi operatori online o meno.

Ma come funziona di preciso la ‘tassa Airbnb’? E, soprattutto chi la deve pagare? Ecco, nel dettaglio, cosa prevede la normativa contenuta all’interno della ‘manovrina’.

1 - Cos’è la cedolare secca
La cosiddetta ‘tassa Airbnb’ viene applicata con il meccanismo della cedolare secca: un’imposta ad aliquota fissa che sostituisce sia la tassazione ordinaria, sia gli altri tributi. L’aliquota è fissata al 21%.

2 - L’applicazione nel turismo
Il ricorso alla cedolare secca per gli affitti turistici, in passato, era stato ‘concesso’ dall’Agenzia delle entrate come estensione alla norma generale, che ne prevedeva l’utilizzo per gli affitti superiori ai 30 giorni. La nuova norma, invece, mette nero su bianco l’applicazione di questo regime anche per le locazioni brevi.

3 - Chi paga la cedolare secca
La nuova normativa prevede che i proprietari paghino all’erario una cifra calcolata in base all’aliquota fissa. Nel caso degli affitti turistici, però, c’è una differenza: la somma viene infatti trattenuta direttamente dall’intermediario.

4 - Il sostituto d’imposta
La somma da pagare come imposta non arriva mai nelle tasche del proprietario, ma viene trattenuta direttamente da Airbnb. Che, dunque, diventa sostituto d’imposta. Per fare un paragone, il meccanismo è simile a quanto accade con la busta paga dei dipendenti: è l’azienda stessa che trattiene gli importi relativi a determinate imposte, per poi effettuare i relativi versamenti. Tornando alla cedolare secca per gli acquisti, sarà poi Airbnb a ‘girare’ allo Stato le imposte incassate.

5 - Da quando si applica
Il nuovo regime sarà applicato ai contratti sottoscritti dal prossimo 1 maggio. A partire da questa data, Airbnb dovrà applicare la cedolare secca a tutti gli affitti. Le cifre relative alle imposte dovranno essere versate dall’intermediario (ovvero Airbnb stessa) entro il mese successivo, con modello F24.

6 - Gli adempimenti e le multe
Gli intermediario dovranno anche trasmettere all’Agenzia delle entrate i dati relativi ai contratti. La mancata comunicazione comporterà una sanzione compresa tra i 250 e i 2mila euro.

7 - Il decreto dell’Agenzia
La disciplina attuativa e i termini e le scadenze saranno adottati con decreto dall’Agenzia delle entrate entro la metà di luglio.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana