Tassa Airbnb: chi paga, quando e quanto

La cosiddetta ‘manovrina’ è diventata legge dello Stato e con la conversione del decreto ha preso corpo anche la cosiddetta ‘tassa Airbnb’, ossia la tassazione degli affitti brevi. Sotto torchio, quindi, i ricavi da locazioni di durata inferiore ai 30 giorni.
Il Sole 24 Ore ha provato a rendere schematica la nuova norma, per verificare quali saranno conseguenze e nuovi adempimenti per clienti, host e portali.

A chi tocca pagare
La nuova norma riguarda le locazioni di qualunque tipo, anche quando viene offerto un servizio tipo quello alberghiero con fornitura di lenzuola e asciugamani e anche quando si tratta di sublocazioni. A pagare la nuova tassa ci penserà direttamente l'agenzia immobiliare o il portale web che ha stipulato il contratto per conto del proprietario o comodatario, quindi Airbnb e simili.
Chi mette in affitto la casa, ossia il portale, deve anche inviare una comunicazione in occasione della stipula di ogni nuovo contratto pena una sanzione da 200 a 2mila euro. Se invece il proprietario non ha affidato la casa a un'agenzia o a un portale web, sarà lui a pagare la tassa.

Quanto e quando
L'imposta è una cedolare secca del 21%, indipendentemente dal reddito del proprietario. Il proprietario deve però operare la scelta per questa cedolare, direttamente nella dichiarazione dei redditi: se non viene fatta una scelta, il ricavato è assoggettato a Irpef e quanto trattenuto dall'eventuale agente immobiliare o portale è considerato 'a titolo d'acconto'.
La norma stabilisce che gli intermediari operino la ritenuta all'atto del pagamento dell'affitto all’host. Quindi, una volta che l'inquilino ha pagato, il denaro può anche rimanere presso l'intermediario un certo periodo di tempo prima che venga consegnato al padrone di casa. E solo a quel punto verrà fatta la ritenuta, che poi andrà versata entro il 16 del mese successivo.
Quindi, per i pagamenti girati in giugno, entro il 16 luglio 2017 (sempre che arrivi in tempo utile il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate). Se però l'agente immobiliare o portale non incassa assegni, ma fa in modo che l'inquilino versi direttamente un bonifico al proprietario, l'obbligo di ritenuta non c'è più.
Infine, se il proprietario non ha affidato la casa a un'agenzia o a un portale web immobiliare, pagherà la cedolare del 21% alle normali scadenze dell'Irpef. Ricordiamo che per il provvedimento attuativo dell'agenzia delle Entrate, con le modalità di versamento della ritenuta da parte di agenti immobiliari o portali web, ci sono 90 giorni di tempo dall'entrata in vigore della legge, che ancora non è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.

La tassa di soggiorno
Anche le case Airbnb dovranno pagare la tassa di soggiorno. Questa dovrà essere pagata al Comune in cui si trova l'immobile, a cura dell'intermediario o (se questo non è intervenuto) dal proprietario secondo le modalità definite dal municipio locale.

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