Norme bancomat: Federalberghi chiede una correzione

"Le faccio un esempio che chiarisce subito la questione: ci sono rifugi in montagna che non hanno nemmeno il collegamento alla rete elettrica". Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, cita l'esempio più estremo per sintetizzare una problematica che, tra poche settimane, coinvolgerà tutti i pubblici esercizi (e non solo): l'obbligo di accettare pagamenti tramite bancomat.

"In alcuni luoghi, manca anche la copertura cellulare o satellitare - continua Lucara -: questo significa che ci sono strutture che non hanno nessuna possibilità di installare il Pos". Senza contare, aggiunge il d.g. dell'associazione di categoria, "le strutture che potrebbero, con interventi tecnici, installare una postazione per i pagamenti elettronici, ma i costi sarebbero esorbitanti rispetto al giro d'affari". Un caso specifico? "Strutture che restano aperte per due mesi l'anno e incassano magari 100 euro al giorno, come può essere ancora una volta il caso dei rifugi. Se la soluzione tecnica per il Pos costasse 5mila euro, sarebbe economicamente insostenibile".

Un risvolto che crea un problema anche per gli utenti, i quali potrebbero essere convinti (vista la normativa vigente) di poter utilizzare il bancomat e si troverebbero nell'impossibilità di pagare e dunque di usufruire del servizio.

Federalberghi ha dunque preso carta e penna e ha scritto al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi per chiedere alcune modifiche alla normativa. "Abbiamo domandato che l'obbligo non venga applicato nei casi di impossibilità tecnica o qualora gli interventi per l'installazione del Pos risultassero eccessivamente onerosi".

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