Tunisia, l'estate del ritorno

Francese, spagnolo, italiano, arabo. La medina di Hammamet è una piccola Babele dove contrattare l’acquisto di pashmine, spezie, oli profumati e ceramiche.

Uno scenario dal fascino esotico dove, in tutte le lingue del mondo, si consuma uno dei copioni da bazar più recitati di sempre: l’interesse dichiarato dell’acquirente straniero seguito dalla richiesta esorbitante del commerciante del posto e poi dalla trattativa. Breve o estenuante che sia, è un gioco delle parti finalmente tornato familiare nella seconda stazione balneare più popolare del Paese: 25mila posti letto e un nuovo lungomare, Jasmine-Hammamet, che già nel pomeriggio si anima del viavai dei turisti sciamanti tra bar e ristoranti.

Una nuova estate
Un paesaggio lontano anni luce rispetto a quello desolato percepito negli stessi luoghi appena un anno e mezzo fa, quando gli strascichi della Primavera araba, quella rivoluzione giovane propagatasi dalla Tunisia fino all’Egitto, avevano finito con il compromettere la riuscita della stagione in maniera irreversibile. Allora, gli imponenti resort dallo stile arabeggiante costruiti a ridosso della spiaggia sembravano sprofondare nella solitudine.

E gli sporadici turisti venivano osservati quasi come animali rari, cui raccontare le preoccupazioni per gli incassi ancora languenti. Una preoccupazione, invece, che il ritorno dei viaggiatori dall’estero è riuscito al momento a fugare. Da Port El Kantaoui, ad esempio, destinazione molto chic sviluppatasi a partire dagli anni ‘70 sul modello della ricettività integrata, i segnali che arrivano sembrano incoraggianti. La località è conosciuta come la Portofino della Tunisia, e dispone di un tessuto ricettivo ad alto livello di integrazione, con alberghi di lusso, centri benessere per la talassoterapia o la bagnoterapia, un campo da golf da 130 ettari, negozi e luoghi di svago. Il suo cuore pulsante è rappresentato da un porticciolo da 340 posti destinato alle imbarcazioni da diporto.

Oggi la cittadina sembra brulicare di turisti internazionali in cerca di svago: tra la folla è facile riconoscere gli idiomi familiari di francesi, tedeschi, italiani, ma soprattutto di russi. Affascinati da questo giardino sul mare, ricco di fiori e di colori, sono proprio i viaggiatori provenienti da Mosca ad avere scelto Port El Kantaoui come meta d’elezione.

A caccia di turisti
Ma a parlare dello stesso riconquistato ritorno alla normalità, sono anche le spiagge e i locali ripopolati di Sidi Bou Said e di Mahdia, quelli di Sousse e di Djerba.

Quest’ultima destinazione, soprattutto, è la punta di diamante dell’offerta sull’Italia. Lunga 25 chilometri e larga 22, l’isola di Djerba conta 125 km di coste di spiaggia, circa un decimo di tutto il litorale tunisino. La località balneare, che è la più famosa del Paese, è servita dall’aeroporto di Zarzis, ad appena 9 chilometri dalla città. È raggiungibile dall’Italia con voli Tunisair in scalo su Tunisi, o, per via diretta, con collegamenti charter organizzati per il periodo estivo.

Da Alpitour a Settemari, da Eden Viaggi a Veratour sono numerosi gli operatori italiani che hanno investito sulla destinazione, stabilendo qui il proprio avamposto.

Una destinazione al lavoro
Al di là delle sensazioni, il terreno che il Paese deve recuperare prevede un cammino ancora piuttosto lungo. Il mercato europeo ha infatti perso nel primo trimestre dell’anno il 4,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e anche le prospettive per l’alta stagione sono ancora tutt’altro che rosee. La missione del neoministro del Turismo tunisino, Jamel Gamra, è apparsa tuttavia subito chiara: portare in Tunisia sette milioni di visitatori, sviluppando i mercati di prossimità più promettenti come quelli del Golfo e riportare ai risultati precrisi i bacini tradizionali del Vecchio Continente.

Su questo mercato, in particolare, il Ministero del Turismo ha stanziato 20 milioni di euro per una campagna che ha lo scopo di promuovere la destinazione. Con il claim ‘Liberi di viverla a pieno’, il piano pubblicitario evidenzia la possibilità di unire in una sola giornata esperienze diverse quali mare, benessere, golf e deserto. “L’obiettivo - spiega Doura Ellouze, vice direttore dell’Ente del Turismo per l’Italia - è quello di comunicare una Tunisia accogliente e un’offerta capace di attrarre un ampio spettro di viaggiatori”. Pianificata fino a fine giugno, la campagna prevede visibilità su network televisivi, stampa cartacea e web.

La sfida è stata raccolta di buon grado dagli operatori italiani, che stanno intensificando gli investimenti sul Paese. Come Ed È Subito...Viaggi, che proprio alla destinazione nordafricana ha dedicato un monografico. “La Tunisia - sottolinea il direttore del t.o. Stefania Picari - è una meta affascinante non confinabile al solo aspetto balneare, ma un prodotto ricco di storia e di cultura che gli italiani sono tornati ad apprezzare”.

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