Firenze aumenta la tassa di soggiorno, gli albergatori insorgono

Da ieri pernottare negli alberghi fiornetini costa di più. La giunta comunale ha infatti deciso di aumentare la tassa di soggiorno, facendo scoppiare la polemica tra gli albergatori.

A Firenze sono stati aggiunti 50 centesimi su tutte le categorie di alberghi con il superamento del concetto 'una stella uguale un euro' e l’unica eccezione che si ferma a cinque euro per gli alberghi di lusso, cioè l’importo massimo stabilito dalla legge.

Analogo provvedimento è stato preso a Lucca, dove per le strutture a una e due stelle si pagano 1,50 euro a notte, ma l'importo dai 3 stelle in poi è più contenuto rispetto a Firenze, ed è di due euro per tutti.

Come spiega Il Tirreno, secondo Assohotel Confesercenti l'imposta, nata con lo scopo di assicurare agli enti locali le risorse per potenziare i servizi turistici, "ha finito per essere interpretata quale uno dei tanti canali di finanziamento trasformandosi da tassa pro turismo a tassa sui turisti".

Una tassa che, secondo i calcoli di Confesercenti, ha sottratto in tutta Italia, nel giro di tre anni, 780 milioni di euro ai consumi turistici e grava in particolar modo sulle famiglie con bambini, penalizzando maggiormente le strutture di fascia economica.

Altro nodo è quello della destinazione delle entrate valutarie derivanti dalla tassa; in mancanza di un regolamento attuattivo specifico, infatti, i Comuni si sono mossi autonomamente, stabilendo vincoli più o meno stringenti. "Noi - spiega Cristina Pagani, presidente dell'Assohotel dell'area metropolitana di Firenze - abbiamo chiesto che la tassa venga destinata, insieme alle associazioni degli albergatori, alla promozione del turismo e alla sua riqualificazione".

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