Quando la Borsa cambia i viaggi Il caso Cina

Mercato cinese in ebollizione in queste settimane. Le borse di tutto il mondo in questi giorni hanno tremato dinanzi alle manovre che la finanza del Dragone ha messo in atto, ma almeno per il momento la questione non sembra aver intaccato il turismo.

La considerazione da fare, più che valutare se i fenomeni finanziari cinesi andranno ad impattare sul settore dei viaggi e delle vacanze, riguarda il come queste conseguenze potrebbero modificare i trend turistici del gigante asiatico.

Il turismo cinese svolge un ruolo strategico: a livello domestico il 2014 ha visto infatti un movimento interno di 3,6 miliardi di turisti e le attese per il 2015 parlano di 3,95 miliardi di persone in viaggio. E sulla scorta di questi numeri il governo cinese ha deciso di avviare un importante piano di sviluppo a sostegno dell’industria turistica, con l’obiettivo di arrivare nel 2020 ad un tesoro, in termini di spese turistiche, pari a 886 miliardi di dollari.

Sul fronte dell’outbound internazionale, invece, stando ai dati diffusi dal Chinese Travel Monitor di Hotels.com, nel 2014 i cinesi all’estero sono stati 107 milioni, il 20 per cento in più rispetto all’anno precedente. Un incremento importante, cui hanno dato una spinta decisiva i viaggiatori della Generazione Y, i cosiddetti ‘Millennials’, abituati alla tecnologia e di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

I dati sull’outgoing cinese in realtà non risultano essere sempre omogenei: stando alle statistiche del World Travel Monitor, lo scorso anno i viaggi all’estero dei cinesi sono stati 36,6 milioni, per un totale di 171 milioni di pernottamenti (un dato che comunque equivale al +168 per cento sul 2007).

E nel primo semestre di quest’anno, i turosti cinesi hanno effettuato 61,9 milioni di viaggi fuori dai propri confini (+13 per cento sul 2014), con un elevato tasso di spesa.

Un altro fatto da tenere in considerazione, infatti, è la propensione al lusso di questi viaggiatori. Nel 2014, secondo quanto rileva un’analisi dell’International Business Times, la spesa complessiva dei viaggiatori dalla Cina è stata di 164,8 miliardi di dollari. Un tesoro importante, che vede anche l’Italia tra i Paesi preferiti dai turisti del Dragone.

E mentre l’80 per cento dei viaggi svolti all’estero dai cinesi è a scopo di vacanza, i dati di Ipk International rilevano come le vacanze di questi turisti si caratterizzino per una durata piuttosto breve.

In ogni caso, al momento gli investimenti da parte dei big player del turismo in territorio cinese non mancano: basti pensare alle crociere, con il Gruppo Carnival che dal 2016 posizionerà due nuove navi in Cina e Msc che avvierà la programmazione nel Paese dalla prossima stagione.

Sul fronte alberghiero i movimenti dei grandi nomi dell’hôtellerie non si contano neanche più: il volume è davvero notevole, se si conta che la pipeline nel Paese prevede l'apertura di 676 nuovi hotel entro il 2018.

Ora, se i movimenti finanziari che stanno riguardando le borse in questo periodo andranno a frenare la voglia di viaggiare della Cina, e in particolar modo della sua classe media, lo potremo sapere solo nei prossimi mesi. Resta il fatto che le cifre generate da questo bacino sono di sicuro peso. E possono cambiare le tendenze dei viaggi.

Rita Pucci

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