La vie en rose

Sagaing è una cittadina sul fiume Ayeryarwady in Myanmar non lontana da Mandalay, e fu la capitale del Paese per un breve periodo nella seconda metà dell'Ottocento.

Oggi è un centro religioso e monastico molto importante, infatti pare che i monaci e le monache siano più numerosi della popolazione non religiosa.

Era d'obbligo quindi, dopo aver ammirato la pagoda Soon U Ponya Shine in cima a una collina, e le belle viste sul fiume, visitare un centro religioso. Mi hanno chiesto se preferivo un monastero o un convento e, avendo giù visitato tanti monasteri, ho scelto il convento. Ero curiosa di vedere come vivono quelle monache che si vedono in giro per le città, vestite con avvolgenti tonache rosa confetto, le teste rapate e portando in braccio le ciotole per raccogliere le offerte dei cittadini.

Il convento era composto da vari edifici: dormitori, una sala per ricevere gli ospiti dove un gruppo di monache ha cantato per noi, bagni all'aperto e la zona cucina, una grande stanza poco ordinata e con arredi molti semplici. Lungo una parete tante piccole nicchie con caminetti spenti – erano le 10 del mattino - e utensili appesi alla parete.

Dall'altra parte rubinetti, lavandini, secchi e bacinelle di plastiche e un condotto per fare defluire le acque.

Mi hanno spiegato che i caminetti erano tanti perché ogni monaca ha la sua postazione personale dove cucina i suoi pasti. E che ognuna di loro ha anche un piccolo armadio dove tenere piatti e bicchieri, posate, riso, verdure, spezie e altro, indicandomi una fila di armadietti in legno con fragili porte chiuse con piccoli lucchetti. Ma come, in un convento? E poi - tocco surreale - i lucchetti erano tutti color rosa confetto.

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