Carta e matita

Per i cubani El Período Especial è stato quel momento verso la metà degli anni 90 che segnò la fine dell'Unione Sovietica e un lungo e difficile periodo di crisi economica per l'isola.  

Al nostro arrivo l'aeroporto dell'Havana aveva un'aria spettrale, con le piste invase da aeromobili messi a terra per la mancanza di carburante. In città circolavano poche macchine di stato e qualche pullman turistico come il nostro. Sul Malecon, il famoso lungomare, e in città, andavano tutti a piedi, in bicicletta o su vecchi carretti trainati da asini e cavalli.

Dopo una notte all'Hotel Nacional, siamo tornati in aeroporto per volare a Cayo Largo, un'isola nell'arcipelago de los Canarreos. Le procedure in aeroporto sono state veloci, tanto c'era solo il nostro piccolo gruppo quella mattina e poi a piedi verso il piccolo aeromobile a elica diretto a Cayo Largo. La giornata era già caldissima, e a bordo la temperatura era insopportabile.

Seduta in prima fila, subito dietro la cabina di pilotaggio, attraverso la porta aperta vedevo il comandante che teneva in mano una mappa e parlava con il copilota. Poi, prese in mano una matita e un righello e, con tratti decisi segnò sulla mappa linee, segni e sigle. E mentre rullavamo sulla pista pensai quanto fosse importante la mano dell'uomo e quella matita che aveva tracciato la nostra rotta sopra il blu cobalto infinito del Mare Caraibico.

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