Le foglie di coca

L'ultima volta che sono stata in Perù mi trovavo a mezzogiorno sulla piazza di Ollantaytambo, vicino a Cuzco.

Il sole era al picco e, avendo scalato le ripide scalinate dell'antica fortezza, cercavo un riparo e anche una bibita rinfrescante. Ad Ollantaytambo il capo degli Inca, Manco Inca e le sue truppe, resistettero agli spagnoli e oggi la piccola cittadina è famosa non solo per la sua fortezza ma anche perché e da qui che molti partono sul sentiero che porta a Machu Picchu.

Entro in un piccolo bar e, dentro una nicchia, vedo un teschio. Chiedo al cameriere perché sta lì. "L'ha messo lì lo sciamano. Prima di aprire il bar l'abbiamo chiamato per chiedergli dove mettere il rubinetto e il lavandino. Non si può mettere l'acqua in un posizione qualsiasi, deve decidere lo sciamano, perché l'acqua è sacra. E lui ci ha lasciato questo teschio per proteggere il nostro bar". E mi consiglia un tè alle foglie di coca.

"È molto rinfrescante e a questa altitudine fa bene". Il tè è amaro ma lo bevo e poi esco sulla piazza e mi siedo a uno dei tavolini. Si avvicina una ragazzina che avrà avuto 8 o 9 anni, e mi offre una cartolina postale. Le chiedo perché non sta a scuola e lei risponde: "Ma oggi è domenica Signora, e ogni domenica aiuto la mia Mamma vendendo cartoline ai turisti".

Compro alcune cartoline e la ragazzina mi chiede da quale paese vengo. Dico che vengo dall'Italia e lei, con un grande sorriso, ribatte "Juventus, Napolitano, Papa Benedicto".

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