Il tamarro e il coupon

Qualche giorno fa è comparso sull'uscio della mia agenzia un personaggio barbuto, con lunghi dread, un tatuaggio che partiva dal collo (e non voglio sapere dove arrivava) e una serie di piercing sparsi qua e là per il viso: non me ne vogliano i tamarri, ma direi non esattamente il prototipo di fidanzato che ogni padre auspica per una figlia.

Siccome la mia cortesia non cambia in funzione di quanto mi piaccia esteticamente una persona, come d'abitudine mi sono alzato per accoglierlo, ma al mio saluto la risposta è stata: "È incredibile che esistano ancora le agenzie di viaggi".

Cercando di mantenere un sorriso, ho risposto che le agenzie sono vive e vegete e lui, con tono di sfida, mi ha chiesto a quanto avrei potuto vendergli un weekend in hotel cinque stelle in Trentino, visto che grazie a un noto gruppo d'acquisto lui va via quasi tutti i fine settimana a non più di 90 euro a coppia.

"E immagino che vada a mangiare al ristorante a non più di 19 euro a coppia" è stata la mia risposta piccata. "Da due a tre volte la settimana" è stata l'orgogliosa conferma del tamarro.

Avrei voluto controbattere che alberghi e ristoranti (sbagliando) effettuano queste promozioni allo scopo di catturare nuovi clienti e fidelizzarli, per vederli poi tornare a pagare il prezzo normale dei servizi, ma mi è parso inutile proseguire una sterile conversazione e mi sono congedato con garbo.

Già in passato da questo blog avevo criticato ristoratori e albergatori che, presi dal panico, si offrono a prezzi fuori mercato, generandosi una pessima clientela e investendo ingenti somme in commissioni da pagare a questi gruppi d'acquisto che mediamente richiedono dal 40 al 50 per cento del valore del coupon.

Praticamente, il ristoratore che offre il menu completo al nostro amico tamarro per soli 19 euro, ne incassa alla fine circa la metà e, senza ombra di dubbio, l'investimento non sarà ricompensato dall'acquisizione di un nuovo cliente.

In altri casi mi limiterei a dire che "chi è causa del suo mal pianga se stesso", ma nello specifico questo meccanismo perverso danneggia un po' tutti, generando nel consumatore scroccone l'idea che sia tutto normale e dovuto.

Cambiando settore, un dentista del mio paese ha venduto 600 coupon per pulizie dentali a 29 euro (di cui, non dimentichiamoci, la metà da pagare di commissioni al gruppo d'acquisto). Lo scopo era quello di intercettare altri lavori, ma su 600 persone non è riuscito a guadagnarsi neppure una carie, lavorando oltre 300 ore praticamente gratis.

Oggi però vorrei essere smentito: vorrei vedere comparire qui sotto un sacco di commenti firmati da alberghi e ristoranti (e, perchè no, anche dentisti) che hanno avuto, grazie ai gruppi d'acquisto, ottime acquisizioni di nuovi affezionati clienti.
Tamarri e scrocconi, al contrario, abbiano la decenza di tacere.

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