Qui non si emettono biglietti aerei

Qualche tempo fa, passando d'avanti a un'agenzia di viaggi, rimasi in un certo senso colpito dal cartello "qui non si emettono biglietti aerei" attaccato in grande evidenza sulla vetrina.

Un vecchio saggio del turismo, Pasquale Chianello, non avrebbe apprezzato questa presa di posizione, perché a suo modo di vedere il fatturato proveniente dai biglietti aerei, soprattutto in bassa stagione, va considerato un business prezioso.

Ci sono indubbiamente agenzie di viaggi che ancora oggi fanno dell'emissione di biglietteria una buona fetta del proprio giro d'affari, seguendo aziende e mettendo al banco personale preposto a questa attività. Tuttavia la maggior parte degli agenti non solo ha gettato la spugna, ma digerisce con fastidio il tempo che occorre dedicare alla ricerca e preventivazione di biglietti, la cui redditività non giustifica tempo e scocciature, soprattutto in alta stagione.

Già, perché ci sono ancora persone che pensano abbia senso fare preventivi sul costo dei voli e che non mancano di visitare più agenzie, allo scopo di risparmiare 5-10 euro sulla commissione applicata; rischiando al contrario di vedersi aumentare ben di più il costo del biglietto.

Credo che la frase "vorrei un po' di preventivi per un volo su..." sia in cima alle richieste che gli agenti di viaggi, se potessero, abolirebbero con effetto immediato.

Non c'è dubbio che in un corso di marketing e vendita i guru della formazione consiglierebbero agli agenti di trattare con la medesima attenzione la badante del volo per Chisinau e gli sposi che attendono trepidanti il loro preventivo per la Polinesia perchè ogni cliente, se trattato bene, è un possibile volano per farne arrivare degli altri.

Purtroppo la maggior parte delle agenzie di viaggi sono diventate piccole aziende in cui l'operatore è costretto a ottimizzare il tempo a propria disposizione, canalizzandolo sulle attività la cui redditività consenta all'azienda di sopravvivere.

Resta quindi aperta la domanda principale alla quale non sarò io a rispondere: hanno ragione i guru della formazione o i colleghi che di biglietti aerei non ne vogliono più sapere?

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