Lo sconto non ha tornaconto

Non so voi, ma se c'è una cosa che mi vergogno a fare, le rare volte che ho tempo e modo di fare shopping, è chiedere lo sconto.

Poi, al contrario, ci sono quelli che ancora non sanno il prezzo, ma mettono le mani avanti: "Mi fa lo sconto, vero?"

...E ci sono i venditori di sconto, che prima di formulare l'offerta si mettono già a novanta gradi: "Poi le faccio bene, eh".

Non so come la pensiate voi, ma più passa il tempo e più sono certo che nel commercio in generale, ma ancor più nel turismo, non ci sia nulla di meno fidelizzante dello sconto.

In agenzia di viaggi la limatura del prezzo (perché di limatura si può parlare, considerati i margini) appare come una guerra tra poveri, per soffiarsi il cliente in una battaglia tra perdenti che produrrà l'esito di educare l'avventore a essere sempre più smaliziato, per non dire faccia tosta.

L'unico modo di acquisire fidelizzazione è creare godimento nel prenotare in agenzia: troppo spesso dimentichiamo, a causa di quella che per noi è routine (ma per il cliente no) che in un certo senso il viaggio inizia proprio dalla nostra scrivania. E se tutto il valore che sappiamo offrire in un momento così solenne è il 5 per cento di sconto in fondo ai preventivi, allora state pur certi che non andremo lontani.

Non ci andremo in primo luogo perché il nostro conto economico risulterà deteriorato dalla mancata redditività e in secondo luogo perché l'investimento fatto sotto forma di sconto non produrrà la fidelizzazione di un nuovo cliente: si tratta dunque di una doppia sconfitta!

D'altra parte è bene esserne consapevoli: lo sconto non ha tornaconto.

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