La banca e i viaggi: un flop annunciato

Quando nasce un nuovo competitor di norma ci si preoccupa sempre un po' e soprattutto in un settore come il nostro la tendenza è ancora più acuta.

La notizia che circola da un po', nuovamente battuta questa settimana anche da TTG, è che alcuni tra i più importanti gruppi bancari sono pronti a immettere la vendita di viaggi allo sportello, promettendo sconti e agevolazioni ai propri clienti.

Per la prima volta, a fronte dell'arrivo di un nuovo concorrente (tra l'altro blasonato) sono preoccupato meno di zero.

In primo luogo perchè il servizio offerto da questi grandi gruppi ai propri clienti è costantemente peggiorato negli anni, facendo venire meno le basi di piacere e fiducia necessari.

In secondo luogo perchè la conoscenza geografica, tecnica e pratica della materia turistica richiedono tempo e passione.

La terza è che l'impiegatuccio di banca non riuscirà mai a convertire tali conoscenze per tramutarsi in un venditore di viaggi.

Ma soprattutto perchè chi comanda i gruppi bancari è abituato a vedere i propri clienti come semplici numeri e non è minimamente in grado di comprendere un mondo fatto di emozioni come il nostro.

Se io fossi il signor Intesa o il signir UniCredit mi preoccuperei di migliorarmi nei servizi per i quali sono nati perchè, già sotto quell'aspetto avrebbero da fare passi da gigante nell'accoglienza, nella cura e nella soddisfazione dei propri clienti.

Forse loro per primi sanno che con i viaggi non combineranno gran che, ma nel caso pensassero il contrario lascio loro questo mio pensiero, da rileggersi magari tra un paio d'anni come previsione di un flop annunciato.

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