Egitto: il trend delle vendite lo decide il telegiornale

Viviamo in un paese strano. Lo sentiamo dire un sacco di volte e i luoghi comuni in tal senso non mancano.

Tuttavia se penso a quanto la tv, e per essere più preciso l'informazione (o disinformazione se preferiamo), determini l'andamento del nostro lavoro non posso fare a meno di approvare chi dice che veniamo letteralmente manipolati dal piccolo schermo.

Ripenso allo scoppio delle manifestazioni di piazza al Cairo, risalenti ormai a più di un anno fa: i giornalisti non potevano chiedere di meglio per azzannare una notizia dall'audience assicurato. Tutti noi sappiamo di quanto nelle località del Mar Rosso nessuno si sia accorto di nulla, ma ad ascoltare le notizie e a leggere i quotidiani sembrava che egiziani armati si aggirassero ovunque nel paese.

Probabilmente lo sconsiglio a recarsi in Egitto divulgato dalla Farnesina, che ha di fatto interrotto la programmazione di tutti i t.o., è stata una misura dettata più da prudenza che da reale pericolo nelle località balneari, ma in quel preciso momento probabilmente era condivisibile.

Quello che non posso condividere è la news a tutti i costi: abbiamo letto notizie a caratteri cubitali che l'Egitto non era più un posto sicuro, abbiamo visto immagini crude che talvolta non si riferivano nemmeno al Cairo, ma che facevano scalpore, abbiamo visto insomma come una notizia condita nel modo giusto e data in pasto agli italiani, assieme a un piatto di spaghetti durante la cena, possa generare un panico smisurato.

E se non intaccasse il mio lavoro probabilmente mi farebbe sorridere verificare di come, anche a distanza di molti mesi, non appena i tg abbiano qualche minuto per parlare dell'Egitto, magicamente le vendite si arrestino.
Persino i miei parenti, quando a ottobre sono stato a Marsa Alam mi hanno chiesto se non guardassi le notizie al telegiornale. Non posso citare la mia risposta perchè non fu esattamente diplomatica...

Rispetto i giornalisti: il loro è un mestiere importante, ma anche di responsabilità! L'assalto alla notizia a tutti i costi non è cosa giusta, soprattutto quando intacca il lavoro altrui, generando tra l'altro un danno enorme agli operatori del settore turistico che con grande responsabilità hanno concordato con le associazioni dei consumatori un piano di rimborsi e riprotezioni senza precedenti.

In fin dei conti di ciò non posso dare troppe colpe ai mass-media. In fin dei conti siamo un popolo di artisti, navigatori, viaggiatori e... creduloni.

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