Mare Italia, i prezzi più pazzi del mondo

Per le mie vacanze di fine agosto a un certo punto mi era venuta la pazza idea di prenotare in Italia. D'altra parte con migliaia di chilometri di costa ottimamente sfruttati, buon cibo, ottimo livello alberghiero, facilità di trasporto e prezzi assolutamente abbordabili la scelta mi era sembrata obbligata.

Ecco, credo di aver scritto in poche righe un numero sufficiente di stupidaggini per poter arrivare al punto della settimana: avete visto i prezzi del mare Italia? Non che siano particolarmente peggiori degli anni passati, ma ogni estate mi illudo di poter aprire un catalogo sul Belpaese e scoprire che qualcosa è cambiato.

Mi illudo, appunto! In un certo senso la mancanza di evoluzione da parte dei tour operator non aiuta a sconfiggere la crescente deintermedializzazione delle prenotazioni. D'altra parte mettendo sotto la lente di ingrandimento le pretese economiche degli albergatori e l'offerta qualitativa che ne si ottiene in cambio, mi rendo conto di quanto sia difficile investire su regioni e strutture potenzialmente favolose, ma oggettivamente improponibili.

Persino i fedelissimi tedeschi e austriaci stanno abbandonando in massa le nostre coste per portarsi nella vicina Croazia, dove la qualità alberghiera non eccelle, ma dove senza dubbio sono minori anche le pretese economiche (tendenza per la verità in rapido cambiamento anche qui). La cosa assurda è che dalla Croazia i clienti tornano con un grado di soddisfazione maggiore che dall'Italia! E sapete perchè? Il prezzo è la chiave!

Ho voluto vedere con i miei occhi: mi rifiuto di pensare che le persone possano essere più contente di fare il bagno da piattaforme di cemento roventi rispetto alle bellissime spiaggie del nostro paese. Eppure tornano felicissimi! E sapete perchè? Il prezzo è la chiave! Il prezzo è la chiave di tutto!

Ho focalizzato la mia attenzione sulla Croazia, ma potrei fare il medesimo discorso su Spagna e Grecia, dove sempre più vettori low-cost (e non solo) stanno orientando la loro offerta e dove anche la charterizzazione è molto più capillare che verso il nostro paese.

Tour operator, compagnie aeree e albergatori dovrebbero rendere l'Italia attraente attraverso sinergie che potrebbero invogliare a spendere di più per avere in cambio un prodotto a 360 gradi unico per comfort e qualità.
Questo si tradurrebbe in un beneficio anche per la rete delle agenzie di viaggi che tornerebbero finalmente a vendere un prodotto che, come dicevo precedentemente, è fortemente autogestito proprio per mancanza di sinergie e accordi.

D'altra parte, se con la pressione fiscale e il costo della vita del nostro Paese è oggettivamente impossibile fare la battaglia sul prezzo, non resta che vincere la guerra su quello che noi Italiani abbiamo sempre saputo dare in molti settori, tra i quali sfortunatamente non figura il turismo: impariamo a dare qualità!

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