Il promotore nelle agenzie di viaggi

Tendenzialmente ogni agente di viaggi sceglie una rosa di tour operator preferenziali in base alle caratteristiche di prodotto, disponibilità, marketing, prezzo e redditività.

Chi può fare la differenza in questa scelta è una figura che sempre più operatori ritengono marginale ovvero quella del promotore di zona. Mai come in questo periodo di crisi la sensazione è che molti t.o. stiano pensando al taglio della rete dei promoter per avviare un processo di riduzione dei costi: a mio parere questa sarebbe l'ennesima scelta sbagliata.

In primo luogo verrebbe a mancare il contatto diretto con la rete di distribuzione, e finché le agenzie di viaggi saranno il principale canale di vendita direi che non presidiare il territorio si sia già dimostrato in molti settori di vendita uno sbaglio mortale.

Inoltre, prima di ritenerlo futile, gli operatori dovrebbero utilizzare meglio questo contatto costante con le agenzie poiché solo attraverso coloro che propongono giornalmente il prodotto è possibile conoscerne eventuali punti deboli e criticità.

Il margine di azione e di intervento concesso in autonomia ai promotori è così limitato da far perdere loro di importanza e credibilità agli occhi degli agenti: è ovvio che il settore non può permettersi anarchia commerciale, ma, allo stesso modo, non esiste lavoro di vendita senza flessibilità, soprattutto nel verificarsi di situazioni complesse.

Personalmente ho una forte stima della maggior parte dei promotori con i quali collaboro e ammiro l'abnegazione che hanno nel far visita a una categoria (noi agenti) che in questo momento non brilla certamente per ottimismo e propositività. A un certo punto ho persino pensato che come lavoro mi sarebbe potuto piacere, ma ho cambiato idea molto velocemente: sentire decine di lamenti tutti i giorni avrebbe messo a durissima prova la mia (poca) pazienza...

Per questo, cari colleghi, quando il prossimo promotore entrerà nella vostra agenzia il mio consiglio è di sorprenderlo con un grande sorriso e tanto ottimismo.

E lei, caro direttore commerciale, non dimentichi che promotori e agenzie presidiano il territorio proponendo prodotto, idee e strategie che potrebbero essere sensibilmente migliorate attraverso un'analisi più mirata e capillare.
Fare finta di ascoltare i segnali che arrivano da chi ogni giorno è sul campo per poi non fare nulla per migliorarsi non è utile ad alcuno e la rinuncia al presidio del territorio può avere un effetto domino anche all'interno.

Promotori e agenzie di viaggi tra mille difficoltà vanno avanti per non essere visti come rami secchi non indispensabili. Forse tra qualche anno dovranno arrendersi. Oggi no.

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