L'agente di viaggi è defunto

In un'epoca che potremmo ormai definire giurassica, le agenzie di viaggi erano uffici spesso composti da diverse postazioni i cui operatori erano chiamati a volte consulenti, a volte banconisti, a volte agenti di viaggi.

Erano i tempi in cui, ancora giovane, studiavo per questa professione senza immaginare le evoluzioni che il mercato avrebbe preso nei due decenni a seguire. Poi il destino ti pone al cospetto di metaforiche porte tra cui scegliere, come fossimo ogni giorno a un bivio, ingarbugliando il percorso della nostra vita... nel bene e nel male.

Quando, terminati gli studi e in attesa di servizio militare, provai a chiedere lavoro alle agenzie di viaggi, le porte mi si chiusero in faccia una dopo l'altra... e si aprirono dei portoni. Pur di lavorare feci il venditore porta a porta, professione durissima che mi traghettò fino al servizio di leva: una scuola di vendita fondamentale per il resto della mia carriera lavorativa, approdata finalmente in agenzia subito dopo la "naja".

Ricordo il mio primo stipendio: ottocentomilalire. Poi la vita mi fece un altro regalo, quando vendetti un viaggio al titolare di un importante concessionario di automobili dal quale ricevetti la proposta di andare a lavorare sabato pomeriggio, nel momento di massima affluenza settimanale. Anche in questo caso ricordo bene il mio primo compenso, relativo a quattro mezze giornate: novecentomilalire e una ricca proposta di assunzione full-time. Affare fatto in trenta secondi.

Ma le auto non sono mai state la mia passione e anche se devo loro enormi soddisfazioni, il mio sogno era un altro: quello di rivoluzionare il modo di vendere viaggi, a prescindere dai guadagni. Volevo seppellire il concetto di consulente-banconista-agente di viaggi e importare quello del venditore. Piccoli gesti come alzarsi dalla sedia, stringere la mano, sorridere e mettere a proprio agio ogni persona che decide di farmi visita. Inoltre comprendere le esigenze, analizzarle, consuntivare la vendita senza indugiare e verificare sempre la soddisfazione del Cliente per coccolarlo e fidelizzarlo nel tempo.

Avevo rafforzato questo mio concetto di venditore applicato ai viaggi nel corso degli anni in cui avevo spesso acquistato le mie vacanze in agenzia, pur con sempre meno soddisfazione verso la cura e le attenzione riservatemi.

In molti pensano che le agenzie di viaggi siano aziende non indispensabili e quindi destinate a scomparire: a mio parere a esser defunto è il consulente-banconista-agente di viaggi e più precisamente colui che non ha saputo evolvere la propria professionalità secondo le nuove regole del mercato globalizzato e deregolamentato; un panormama ogni anno più complesso rispetto ai tempi del monopolio, che richiede una figura estremamente moderna, che sappia unire conoscenze tecniche adeguate a ottime nozioni e doti commerciali.

Per questo sono fermamente convinto che aprire un'agenzia di viaggi non sia cosa banale. Ma di questo parliamo la settimana prossima, nel blog intitolato "Aprire un'agenzia di viaggi nel 2013".

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