Il potenziale (non sfruttato) delle donne

Ci penso e ci ripenso da qualche giorno... a come parlare di un limite (lavorativo) di molte colleghe che operano come banconiste nelle agenzie di viaggi.

Penso più che altro a come farlo senza offendere la sensibilità di nessuna e senza farmi riempire di improperi.

Si sa, il lavoro d'agenzia non è più roba da consulenti, ma da venditori e per questo occorre stabilire un sempre più veloce feeling con il cliente che ci si siede davanti. Difficile farlo se lo si accoglie con una piva chilometrica, tipica di chi ha litigato con mamma, papà, moroso, vicino di casa, automobilista cafone e barista ancor prima di mettere piede in ufficio al mattino. Sorridete! Che cavolo, fate un lavoro bellissimo!

Mi è capitato di sentire delle agenti di viaggi parlare di Polinesia, Maldive e Seychelles e farlo con faccia seria e tono di voce così piatto da sembrare un disco rotto: occorre entusiasmo in tutte le cose, figuriamoci in un lavoro in cui la gente vorrebbe sognare attraverso i nostri racconti.

Al contrario ho avuto la fortuna di conoscere delle venditrici formidabili (in questo e in altri settori) e posso garantirvi che il potenziale è molto superiore a quello di noi uomini: quando una donna riesce a lasciare a casa problemi, paturnie, invidie e rancori per concentrarsi sul proprio lavoro non c'è trippa per gatti.

Qualche tempo fa avevo pensato di assumere una ragazza nella mia agenzia. Ho messo un'inserzione e ne ho viste e sentite diverse, ma non ho richiamato nessuna di loro per il secondo colloquio perchè nessuna di loro, pur con tutto l'interesse possibile di destare un'ottima impressione, è stata in grado di farmi intravedere le proprie potenzialità. Entusiasmo e motivazione!

Oggi più che mai in agenzia di viaggi non serve l'impiegatina precisa a cui non sfugge nulla, ma una con le palle (e fatemelo dire!) che abbia voglia di emergere in un settore in cui, al contrario di quanto si pensi, c'è spazio per farlo proprio in funzione della troppa mediocrità che lo affligge.

Io non farò l'agente di viaggi a vita, ci potete giurare. Vorrei vedere in una donna lo stesso fuoco che anima il mio desiderio di emergere e che spinge a fare ogni giorno un po' meglio del giorno prima. Vorrei vedere una ragazza che non cerchi la comoda scrivania e 800 euro al mese come massima aspirazione, ma una impavida che vada a prendersi il cliente per i capelli e che batta i pugni sul mio tavolo per ricevere gratificanti premi per lo sforzo profuso.

Un venditore non può vivere di stipendio fisso: oggi l'agente di viaggi è un venditore e come tale va trattato (e premiato). Alzino la mano coloro che sarebbero pronte ad abbassarsi lo stipendio fisso per provare a guadagnare di più attraverso una remunerazione meritocratica.

Se non avete alzato dovreste chiedervi il perché: se siete brave e sicure di dare il massimo per la vostra azienda è giusto che pretendiate di guadagnare in base a quanto producete. Se al contrario sono proprio queste certezze a mancarvi, probabilmente dovreste cambiare mestiere per il vostro bene e per il bene di chi vi paga lo stipendio.

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