Come ti spaccio la crociera

Tutto inizia una domenica, alle cinque del mattino. Brutta cosa svegliarsi presto proprio il giorno in cui si potrebbe dormire un po' di più, ma preso atto che il sonno mi aveva definitivamente abbandonato, ho acceso la luce per leggere le ultime pagine de "Il caso Henry Quebert" a caccia dell'ultimo colpo di scena. Deposto il libro in luogo del tablet comincio a navigare, vittima della deformazione professionale, partendo dalla parola "crociere" su Google.

Ovviamente conoscevo già buona parte dei risultati che la parola mi avrebbe restituito, ma questa volta ho tempo da perdere e decido di tramutarmi nel cliente di uno dei tanti portali che vende cabine sul web. Clicco una partenza che conoscevo bene, visto che avevo prenotato tre coppie giusto il giorno prima e trovo in vendita la medesima quota di partecipazione; tuttavia per ottenere il preventivo finale è necessario registrare i propri dati e decido di proseguire fino in fondo, scoprendo che in effetti, anche a fine preventivo, il totale combaciava in tutto e per tutto.
Il colpo di scena in effetti è avvenuto all'ora di pranzo, quando ho ricevuto la telefonata di un gentile operatore che faceva seguito alla mia richiesta di preventivo e che si è messo a mia disposizione per la prenotazione; ho ringraziato per la gentilezza e spiegato che avrei prenotato in agenzia di viaggi, visto che il prezzo era esattamente lo stesso.

"Nossignore -ribatte- io la contatto apposta per farle uno sconto rispetto al prezzo del preventivo e d'altra parte le agenzie di viaggi non possono certamente avere un prezzo come il nostro". Un po' contrariato e un po' divertito sono rimasto al gioco: "Beh, ma se le agenzie di viaggi non possono, voi chi siete di preciso?". Colpito e affondato, non riesce a rispondermi, ma torna a parlarmi del lauto sconto che è pronto a concedermi purché io confermi immediatamente la pratica, intavolando una sorta di trattativa.
In seguito ho riflettuto molto sul sistema di vendita attuato dal portale in oggetto e per quanto la battaglia con il finto cliente sia stata (ovviamente) perduta, penso che al contrario questo modus operandi abbia (ahimè) un discreto successo anche se, nello specifico, sminuisce di parecchio il valore della crociera in luogo di un'unica argomentazione: lo sconto.

Insomma siamo alle solite: il web non offre argomenti, ma svolge la sua battaglia sollecitando il potenziale cliente come può, mostrandosi come un'entità astratta o addirittura, come nello specifico, prendendo le distanze dai canali di vendita tradizionali, definendosi come qualcosa di differente, senza saper spiegare cosa di preciso.

Di sicuro questo "spaccio" dello sconto non giova all'immagine delle crociere e alla distribuzione delle stesse. Mi inchino alla bravura di chi fa l'imprenditore assumendosi dei rischi per formare gruppi e accedendo, come giusto, alle tariffe speciali che ciò comporta. Al contrario, il sistema di vendita da mercato del pesce è nocivo e andrebbe contrastato.

Purtroppo la sensazione è che la necessità di riempire ogni settimana tutte le cabine di questi grandi alberghi galleggianti imponga di non perdere nessuna opportunità, ma oggi io chiuderei il mio blog con una domanda: "Le vendite che arrivano dai vari portali sono effettive prenotazioni guadagnate o semplicemente una differente canalizzazione del medesimo numero di pratiche"?

Ai posteri l'arduo compito di rispondere.

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