L'imprenditore, il politico e le moderne formule per (non) fallire

Fruttivendolo o imprenditore? Idraulico o imprenditore? Libraio o imprenditore? Barista o imprenditore? Agente di viaggi o imprenditore? Voi come vi definite?

Il termine "commerciante", utilizzato comunemente in qualcuna delle categorie citate e in molte altre, puzza ormai di vecchio...per non parlare di "banconista" che accomuna il garzone di bottega e l'agente di viaggi e "artigiano" che definisce un qualsivoglia lavoro manuale.

In troppi hanno perso di vista il basilare concetto che dietro ogni azienda, prima ancora della figura di facciata nei confronti del cliente, deve esserci quella di programmatore, organizzatore e coordinatore tipica del bravo manager.

Che vi piaccia o meno è il mercato che vi chiede un cambio di mentalità.
Persino quelli che definiamo imprenditori da sempre, ma che in realtà hanno fatto i manager con i facili soldi che le banche elargivano negli anni d'oro, oggi devono dimostrare di saper amministrare, programmare e coordinare in maniera più oculata... e infatti, nella maggior parte dei casi, saltano per aria.

Eppure la regola base del management la insegnano in terza elementare: ricavi-spese=guadagni è la formulina che forse negli anni si é dimenticata, a favore della più moderna spese+debiti=crack.

Sono tuttavia fermamente convinto che si possa fare proficuamente impresa nonostante la crisi. Indubbiamente occorre grande oculatezza: non a caso le aziende rimaste sane (o quasi) sono quelle che meglio si sono sapute amministrare negli anni antecedenti al 2009. Oltre a questo è però fondamentale comprendere il mercato, che sappiamo essere in perenne evoluzione, senza mai sedersi a contemplare i propri successi, ma lavorando sempre in prospettiva per ottenerne di nuovi...in una sola parola serve visione.

Non importa che siate fruttivendoli, idraulici, baristi o agenti di viaggi: oggi dovete cambiare mentalità e tramutarvi in imprenditori moderni, oculati e con una grande visione di cosa succede intorno a voi, in modo da non subire mai il mercato, ma, al contrario, aggredirlo.

Serve anche un cambio culturale della nostra classe politica che pare lavorare contro la ripresa delle aziende, emanando misure cervellotiche e inefficaci... un altro netto esempio di chi ha dimenticato da tempo le basi dell'oculata amministrazione a favore delle piú moderne formule per (non) fallire.

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