Bianco, rosso e …Galla Placidia

Premessa: questo è un post molto, molto frivolo. Per cui, nel caso, scendete prima che inizi il giro.


Il mondo del turismo (gli addetti ai lavori, soprattutto) è ancora tutto travolto dalla nuova ondata fashion che l’Alitalia di Montezemolo ha portato con le due giornate di defilée per presentare le nuove divise della compagnia.

Sul finire della scorsa settimana, sui social non si leggevano che commenti sul taglio della giacca delle hostess, sull’abbinamento fra la calza e il guanto, come se in tutti noi (mi ci metto anch’io, eh) vivesse nascosta una Miranda Priestley che attendeva solo di poter uscire allo scoperto.

Poco o nulla ho letto sulla clamorosa tocque di cui sono fornite le hostess Alitalia. Oltre a desiderarne una fornitura completa, ché è meravigliosa davvero, documentandomi ho scoperto che le piegoline che la rendono così ‘chic’ sono state ispirate dai terrazzamenti delle Cinque Terre. Detto e dichiarato anche dallo stilista Bilotta. Non per niente il claim lanciato da Alitalia è ‘Made Of Italy’. Ma di questo ha scritto bene Paola Tournour nel suo blog.

Quello che invece io volevo raccontare è l’ispirazione che la moda prende dalle bellezze italiane.

Non è la prima volta, non sarà l’ultima, si spera. L’occhiolino alla cultura è cominciato dai signori della moda nella seconda metà del Novecento: nomi storici come Emilio Pucci, Roberta di Camerino e Laura Biagiotti hanno affidato l’ispirazione a  grandi artisti di ogni tempo. Per non parlare di Dolce e Gabbana, che nella collezione 2015 hanno stampato sui loro modelli la torre di Pisa e il David di Michelangelo.

Si inserisce in questo percorso, ma fa un passo in più, l’ultima collezione di vestiti Oviesse. I tecnici la chiamano ‘capsule collection’: il brand della grande distribuzione, in sostanza, ha realizzato una piccola linea di capi (8 in tutto) su stoffe stampate e decorate come 8 monumenti della cosiddetta Italia minore.

Si trovano quindi magliette con i mosaici di Galla Placidia a Ravenna, o con quelli della cattedrale di Palermo, abiti ispirati al rosone della Chiesa di San Pietro di Tuscania o ai decori geometrici della Casa Romana di Spoleto. E ancora t-shirt con la Scala dei giganti del Palazzo Ducale a Venezia e delle cupola barocche di Sant’Ivo alla Sapienza.
Step successivo: il ricavato della vendita di questa collezione, che si chiama Arts of Italy, verrà devoluto per il restauro di un tesoro del patrimonio culturale e artistico italiano.

Insomma, Oviesse paga all’Italia una sorta di sfruttamento di immagine. E la ripaga restaurando un monumento e quindi rivalutando quest’immagine.

Un bel circolo virtuoso, che potrebbe essere un esempio da seguire anche per altri che poggiano le loro fortune sul made in Italy.

twitter@cperoglio

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