L’inedito duo Briatore-Preatoni

“C’è molto poco rispetto per chi investe, sembra che dia fastidio. E in Italia la burocrazia è regina, conta più di ogni altra cosa. Se c’è qualcuno interessato ad acquistare le mie attività si faccia avanti, io vendo”. Flavio Briatore si sfoga così prima sull’edizione di Bari di Repubblica e poi su Radio24 per lo stop ai lavori del Twiga di Otranto, sequestrato per violazioni urbanistiche.

L’imprenditore sottolinea che, in questo caso, l’investimento non lo riguarda in prima persona “avevo solo ceduto una licenza, e ora mi sono comunque ritirato”, ma non ci sta comunque e protesta contro una sorta di ‘accanimento’ nei controlli e nelle esigenze burocratiche.

A sostegno di Briatore si schiera, a sorpresa, un altro nome noto del turismo: quell’Ernesto Preatoni che ha creato Sharm el Sheikh. “Ha ragione Briatore – dice su Repubblica -. Perché mai uno dovrebbe investire in Italia? Qui gli imprenditori devono essere eroi. È tutto troppo difficile”. E la tutela del territorio, aggiunge, “va fatta con equilibrio, altrimenti il mare lo godranno solo i pesci”.

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