La stretta di mano

Finalmente vicini, occhi negli occhi. Arriva in serata la stretta di mano tra il ceo di Etihad, James Hogan, e l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio.

Cornice del gesto: il cocktail mondano organizzato dal vettore emiratino a villa Miani, dove i top manager che presto ratificheranno l’acquisizione del 49 per cento dell’ex compagnia di bandiera si sono incontrati. Forse poco più di una formalità, solo poche battute scambiate sotto voce e in confidenza, ma tanto basta perché il colloquio non passi inosservato.

Sono passate da poco le sette quando, accompagnato dal presidente Colaninno, Del Torchio arriva nella villa che domina Roma, in cima a Monte Mario. Ad attenderlo alla fine della lunga scalinata circondata da prati all’inglese dalla simmetria perfetta, il saluto del padrone di casa, Hogan, in questi giorni sbarcato nella Capitale ufficialmente per presentare il nuovo volo da Fiumicino per Abu Dhabi, ma, più verosimilmente, per chiarire i punti cruciali dell’accordo ormai al rush finale.

Un accordo faticoso “conquistato passo dopo passo”, commenta pochi minuti più tardi con cronisti l’ad di Alitalia, scandito da fasi alterne secondo il ceo dal 2006 in sella a Etihad. Quasi di rimando è infatti lo stesso Hogan ad ammettere dal palco allestito sulla terrazza principale del gioiello neoclassico: “la trattativa è durata mesi. Ci siamo allontanati, ma poi - aggiunge con il sorriso sulle labbra - siamo tornati”.

Tornati per concludere. E anche in fretta, nel giro di pochi giorni, una volta superato lo scoglio dei tagli ed esaminati, forse per l'ennesima volta, i documenti. A indicare la tempistica dell’operazione, è del resto il ceo di Etihad durante la conferenza stampa della mattina. Un appuntamento organizzato per presentare la novità dei collegamenti da Roma su Abu Dhabi, ma che finisce per essere tutto dedicato a sviscerare i segreti del negoziato in atto fra la compagnia degli Emirati Arabi e Alitalia. "Le compagnie - dice Hogan - sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria. Il nostro obiettivo è firmare entro la fine del mese. Entrambe le équipe stanno lavorando sui documenti per rispettare le scadenze".

I numeri dell’acquisizione? “Non posso rivelarli, la trattativa è in corso, ma - rassicura il numero uno di Etihad - saranno resi noti quando tutto sarà definito”. Poi si passa al tema degli esuberi e della resistenza dei sindacati. Hogan sembra in questo caso restio a rispondere, la questione è delicata e non vuole essere tirato per la giacca, poi chiarisce: “I negoziati con i sindacati sono in mano ad Alitalia, io non partecipo alle trattative, ma ho idee precise su quale dovrà essere la dimensione della futura della compagnia”.

Ma più che i termini e le linee guida del patto tra le due aviolinee, è un altro il messaggio che Hogan vuole arrivi a tutti forte e chiaro. Secondo il manager australiano i vantaggi apportati dagli investimenti fatti in Europa in altre compagnie - da airberlin a Aer Lingus - sono infatti sotto gli occhi di tutti e non vanno contro le regole dell’Ue. “Gli investimenti in Europa di Etihad non sono una minaccia. Dove la compagnia ha investito, sono derivati vantaggi. In tutti i casi è stata rafforzata la competitività, gli accordi si sono tradotti in una riduzione dei costi per i vettori, sono stati assicurati più posti di lavoro e più rotte e frequenze per i viaggiatori”.

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