Il commento del direttore
Remo Vangelista
Premessa: la viralità di un contenuto pubblicato online non può essere programmata e prevista a tavolino, o per lo meno non completamente. Ci sono, però, alcune tecniche di produzione dei contenuti che facilitano la viralità: a proporle, spiega Event Report, è l’agenzia di content marketing BuzzSumo, che asserisce di avere analizzato 100 milioni di articoli online per individuare i fattori che stimolano gli utenti a condividerli. Ecco le 10 “tecniche di viralità”.
1. Elogio della lunghezza
Dal monitoraggio di BuzzSumo sembra che la brevità sia un mito da sfatare. I testi online con meno di 1.000 parole sono condivisi la metà delle volte rispetto a quelli più lunghi, anche sopra le 2.000 parole. Addirittura, sostiene l’agenzia, più lunghi sono gli articoli e più condivisioni generano.
2. Le immagini raddoppiano le condivisioni
Indipendentemente dall’appeal dell’immagine specifica, il solo fatto che un post contenga un’immagine ne raddoppia il numero delle condivisioni, sia su Facebook che su Twitter.
3. I contenuti positivi funzionano meglio di quelli negativi
Se la prima regola per dare viralità ai contenuti di brand è non annoiare il pubblico, la seconda è quella di non intristirlo. I post positivi, che stupiscono, suscitano risate e divertono hanno un potenziale di condivisibilità da doppia a tripla rispetto a quelli che generano rabbia o tristezza.
4. Un quiz per stuzzicare il narcisismo
Durante gli 8 mesi di monitoraggio dei contenuti online, BuzzSumo ha rilevato che 8 dei 10 post più condivisi sui social contenevano un quiz. I quiz impazzano in rete perché gli utenti, condividendone i risultati, affermano la propria identità, il proprio valore e i propri gusti, nutrendo la propria parte narcisistica.
5. Il potere dell’infografica
Le infografiche rendono più facile assorbire un’elevata quantità di informazioni grazie a un format visuale di facile comprensione e fruizione. Secondo BuzzSumo, i post che includono o sono costituiti da infografiche sono quelli con il più alto tasso di condivisioni, più ancora dei video e dei post che spiegano “come fare” qualcosa.
6. Le liste piacciono e 10 è il numero perfetto
Il secondo format di contenuto più condiviso è quello degli articoli strutturati in liste, cioè per punti. Gli articoli-lista danno subito all’utente un’idea di quale tipo di contenuto lo aspetta, sono facili da scansire a colpo d’occhio, danno una struttura al contenuto e si leggono in modo scorrevole.
7. Ripostare non è peccato, anzi: moltiplica le condivisioni
Dopo 3 giorni dalla pubblicazione sui social il numero di condivisioni crolla del 90 per cento e va progressivamente a diminuire fino a quasi esaurirsi nel giro di 3 settimane. Succede su tutte le piattaforme social, con percentuali più o meno simili. La tecnica migliore per mantenere alta la “viralità” è ripostare un contenuto dopo una settimana dalla prima pubblicazione, raddoppiando o triplicando la portata.
8. La trasparenza genera fiducia
BuzzSumo ha rilevato che su piattaforme quali LinkedIn, Twitter e Google+ i contenuti sono più condivisi se contengono firma o biografia dell’autore, o comunque indicazioni su chi li ha prodotti.
9. Il giorno migliore della settimana
Se il fine è quello di generare condivisioni, il giorno della settimana che si sceglie per postare un contenuto sui social può fare la differenza. Nei giorni feriali si condivide più che nel weekend, e che all’inizio della settimana le condivisioni raggiungono il picco. In generale, per Facebook, Twitter e Google+ il giorno migliore è il martedì, mentre per LinkedIn e Pinterest il picco delle condivisioni è di lunedì.
10. L’effetto degli influencer
Un influencer del web ha il “potere” di aumentare il tasso di viralità di un contenuto di brand. Banale ma vero. Gli influenzatori ottengono un numero di condivisioni superiore del 33 per cento a quello dei “normali” utenti. Se 3 influencer condividono un post ne raddoppiano il tasso di viralità, se a condividerlo sono 5 influencer il tasso di viralità quadruplica.