Airbnb cerca la pace con il turismo

Airbnb non ci sta a fare la parte del ‘cattivo’ nel mare magnum dell’industria dei viaggi mondiale. Lo conferma con toni pacati Mark Levy, head of employee experience della piattaforma home sharing, parlando al Bto di Firenze del progetto Trips e del rapporto con albergatori e Governi.

“Con Airbnb Trips volevamo semplicemente che i viaggiatori si sentissero a casa in qualsiasi luogo, come se vi vivessero”, spiega Levy nel tentativo di tranquillizzare agenzie ed Ota. Un percorso che il portale vuole continuare “cercando partnership con aziende che possano permetterci di customizzare il viaggio”.

Toni pacati Levy li usa anche descrivendo la relazione con albergatori e Governi, che dagli Stati Uniti all’Europa non sembrano rendere la vita facile all’home sharing. Per quanto riguarda i primi le rivelazioni sono persino sorprendenti: “In realtà - dice - negli ultimi due anni executive di importanti gruppi dell’hotellerie ci hanno contattato, interessati a capire come rispondere alle esigenze dei Millennials e come studiare gli spazi”.

Mentre collaborazione è quella che Levy promette alle istituzioni governative. “Speriamo di potere capire come possiamo lavorare con i Governi locali per poter operare con loro”. Perché, è convinto Levy, “l’home sharing da innovatore diventerà la normalità”.

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