Intelligenza artificiale negli eventi: ecco come usarla

È la protagonista del momento, al centro degli investimenti di Google e Facebook, di Amazon, IBM, Microsoft e di miriadi di altre aziende che cominciano a utilizzarne le applicazioni per migliorare prodotti, servizi e processi. Non fa eccezione il settore degli eventi, che dell’innovazione e delle nuove idee ha fatto una leva competitiva e che guarda ora all’intelligenza artificiale come “la” componente da integrare alle proprie tecnologie gestionali.

Cosa può fare l’intelligenza artificiale per gli organizzatori di eventi? Migliorare l’esperienza dei partecipanti attraverso la personalizzazione, si legge su eventreport.it, rendere più efficaci le interazioni di business, anticipare le esigenze logistiche, per esempio. A dirlo è Tim Groot di Grip (la piattaforma di matching per eventi basata sull’intelligenza artificiale premiata quest’anno all’IMEX) che sul sito Eventbrite spiega lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale negli eventi e alcune delle sue potenzialità di utilizzo.

Uno dei contributi che a questo punto della sua evoluzione l’intelligenza artificiale può dare agli eventi è quello della personalizzazione dei suggerimenti – di persone, espositori o prodotti – su una scala e con un livello di sofisticazione finora inediti. Si prenda per esempio il matching per gli appuntamenti: i sistemi tradizionali che propongono ai partecipanti di un evento o una fiera chi vedere e incontrare si basano su form di profilazione più o meno approfonditi. I motori di matching basati sull’intelligenza artificiale possono invece “interpretare” – per esempio – anche i dati contenuti nei profili social di LinkedIn o Facebook dei singoli partecipanti per avere una comprensione più completa dei loro interessi professionali. E se il partecipante comunica al sistema di non essere interessato a vedere il prodotto X o la persona Y, il sistema “impara” dall’interazione e procede con suggerimenti sempre più rilevanti e adatti per quello specifico partecipante.

Un’applicazione dell’intelligenza artificiale in rapida evoluzione sono i chatbot, le utenze automatizzate in grado di interloquire con le persone attraverso messaggi di testo che secondo Groot stanno raggiungendo livelli di sofisticazione abbastanza elevati da poter essere impiegati anche negli eventi con funzioni di assistenza e guida per i partecipanti. I chatbot imparano dalle interazioni con gli utenti e sono in grado di personalizzare le conversazioni; inoltre, offrono un’interfaccia più accessibile rispetto a una app (che deve essere scaricata) o a un sito (dove occorre fare il login). In un futuro non lontano, dice Groot, i chatbot potranno sostituire le app per eventi: tutti i contenuti dell’evento potrebbero arrivare ai partecipanti attraversoil chatbot di Facebook Messenger, per esempio. Basterà chiedere, e il chatbot risponderà, anche inviando file, planimetrie, immagini o infografiche.

Una delle più sorprendenti capacità dell’intelligenza artificiale è quella di sfruttare i dati per anticipare bisogni futuri. Si chiama anticipatory computing e non c’è niente di magico: semplicemente, la macchina analizza una grande quantità di dati relativi allo storico di una situazione (o di un evento), ne riconosce schemi e motivi ricorrenti, considera le variabili, elabora una previsione futura e suggerisce azioni sulla base di quella previsione. Concretamente, dice Groot, ciò si potrebbe tradurre in un sistema che legge i dati di registrazione e di accesso a un evento e, basandosi sui dati di edizioni precedenti, o di eventi simili per dimensioni  e caratteristiche, ne anticipa le esigenze logistiche. Per esempio in termini di food & beverage, di gestione dei flussi di persone o di controlli di sicurezza.

La questione riguarda l’intero ambito delle tecnologie per eventi e a maggior ragione l’intelligenza artificiale. Il tema è innanzitutto la conformità alle normative, e la sfida quella di disporre di dati di qualità e approfondimento tale da permettere di trarne un’intelligence di qualità. Molto dipende anche dall’uso che dei dati fanno le singole aziende di soluzioni tecnologiche: il sistema di intelligenza artificiale di Grip, dice Groot, usa i dati dei partecipanti con finalità di matching e networking, e gli utenti rimangono anonimi gli uni per gli altri a meno che entrambi non indichino di essere interessati a un incontro di business. I messaggi privati rimangono privati, sottolinea Groot, e a organizzatori e sponsor i dati vengono forniti in forma aggregata per mostrare quali parti del programma sono state più efficaci o dove hanno avuto il miglior ritorno sull’investimento.

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