Lo zio di Bergamo ha visto arrivare Ryanair

Lo zio arrivava sempre puntuale per fare colazione, 8,30-9 al massimo.

Lo zio lo conoscevano tutti e a tutti in aeroporto aveva qualcosa da dire. Dopo colazione passava a salutare tutti, anche nei negozi, ovunque poteva accedere. Quelle erano le sue giornate e quello il suo mondo.

Lo zio aveva una casa, sia chiaro, e non l'aveva abbandonata. Ma la casa gli serviva per cenare e dormire, mica per passare le giornate in solitudine, lui ormai arrivato alla pensione comunque ancora giovane, quando si poteva arrivare alla pensione comunque ancora giovane.

lo zio si era (ri)costruito una vita così in mezzo ai lunghi corridoi di Orio al Serio al termine di lunghi anni passati tra le impalcature dei cantieri edili. Una enorme differenza. Ma a lui andava bene così. E dire che di aerei ne aveva presi pochissimi in vita sua. Tra l'altro una volta per andare a Roma alla Rai per essere intervistato. Già, un personaggio famoso perché aveva scelto di vivere come il famoso personaggio del film The Terminal.

Lo zio alle 17,30 al più tardi se ne tornava a casa sua, giusto le cose per la spesa per la cena e stop. In aeroporto si portava sempre dietro un carrello, quello per i bagagli. Come fosse un vezzo, come se volesse confondersi meglio in mezzo al via vai di passeggeri.

Lo zio lo ha visto crescere l'aeroporto di Orio al Serio, trasformarsi in un centro di smistamento di passeggeri low cost sempre più intenso. Poteva dire di esserci prima che ci fosse Ryanair. Chissà, magari ha pensato fosse anche un po' merito suo.

Alfredo Lozza era per tutti lo zio. Vent'anni trascorsi in aeroporto. Così, forse senza un perché. Ora ha preso l'ultimo aereo. Biglietto di sola andata.

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