Storia di un disabile a Marsa Alam

Quando un disabile entra in un'agenzia di viaggi sappiamo da subito che non si tratterà di una pratica banale: bisogna comprendere molto bene le esigenze e già la fase di vendita non si presenta priva di insidie.

Completata la prenotazione (o per essere precisi la richiesta di prenotazione) parte la seconda fase, quella delle segnalazioni e della modulistica necessaria a far partire la pratica, allo scopo di garantire l’erogazione dei servizi necessari a trasportare ed accogliere il passeggero in carrozzina.

Quella di oggi è una storia a lieto fine: lo è perché probabilmente nel nostro settore ci sono persone di cuore ed è a loro (a tutti loro, non solo ai diretti protagonisti di questa storia) che è dedicato il blog di oggi.

La pratica a dire il vero non era nata sotto i migliori auspici: complice il maltempo, la coppia decide solo a pochi giorni dalle vacanze, di cambiare i programmi e andare alle Canarie. Purtroppo a inizio settembre trovare posto alle Canarie e per giunta per un disabile grave si è rivelata un’impresa impossibile, tanto che i signori erano ormai pronti a rinunciare.

Tuttavia si sarebbe dovuto trattare del loro primo viaggio dopo diversi anni di rinunce, successive al grave incidente che aveva paralizzato completamente questo omone, che con la sua faccia da buono mi aveva conquistato da subito. Proprio per questo non si è trattato per me di concludere o perdere una vendita, ma di una questione di principio: dovevo farli partire!

Come spesso capita di questi tempi, l’unica soluzione praticabile sotto data si è rivelata quella del mar Rosso: ho chiesto dunque fiducia e i signori hanno accettato di buon grado, consentendomi di individuare e consigliare il Gemma di Eden come soluzione disponibile più opportuna. Al termine della vacanza, come d’abitudine, ho contattato i clienti per verificare come fosse andata.

La signora mi ha risposto di essere rimasta addirittura commossa e che non avrebbe mai immaginato che suo marito potesse essere assistito in quel modo, a tutte le ore del giorno. “Fabio, mi creda, lo hanno portato persino a fare snorkeling” mi ha detto con la voce rotta dalle lacrime di gioia. La stessa felicità che ho immaginato di riflesso negli occhi dell'omone, che di certo non avrebbe mai pensato di poter vedere il Mar Rosso da una prospettiva diversa da quella offerta dalla sua carrozzina.

Non so se il blog di oggi arriverà fino al Gemma e fino alle persone che si sono prodigate per regalare a queste persone un’esperienza che per loro resterà senza dubbio indimenticabile. Spero di sì, se lo meritano.

“Fabio non so come ringraziarla”, ha concluso la nostra chiacchierata la signora, non immaginando che, con il suo racconto ricco di emozione, aveva in realtà già fatto molto più che ringraziarmi.

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