Inchiesta KenyaUna debole ripresa

"Il Kenya è una meta sicura per il turismo". L’annuncio (di qualche giorno fa) è del segretario generale dell’agenzia Unwto, Taleb Rifai, durante un incontro alla State House di Nairobi con il presidente del Paese africano Uhuru Kenyatta. Malgrado questo il Kenya rimane una destinazione in grande difficoltà che le agenzie di viaggi faticano a vendere. Purtroppo nei mesi scorsi alcune notizie apparse sui giornali internazionali hanno in qualche modo rallentato nuovamente i flussi turistici segnalando pericoli legati al terrorismo islamico.

Una destinazione in calo di appeal
Una situazione che pesa anche sul mercato italiano, come sottolinea Pier Ezhaya, direttore tour operating del Gruppo Alpitour: “Negli ultimi 3 anni il Kenya è calato in maniera importante. Inutile negare che alcuni attentati nel Nord del Paese e una certa microcriminalità hanno intaccato l’immagine del Paese. Noi la proponiamo ancora e siamo rimasti nel Paese con il Sea Club Francorosso e Karambola. Mi dispiace molto perché stiamo parlando di una meta fantastica che può essere offerta a prezzi interessanti. Al momento si fatica vendere il prodotto”.  

Una linea di pensiero che trova allineato Mario Roci, presidente di Settemari, che spera di vedere segnali di ripresa già a fine 2016: “Non è una meta sparita dalla cartina turistica, ma gira con numeri inferiori al passato. Ora siamo nella fase di chiusura primaverile in attesa di riaprire le partenze a fine luglio. Una volta portavamo anche 150 pax a settimana, ora le vendite si sono sensibilmente ridotte”.

Per qualcuno invece la destinazione non è del tutto abbandonata dal turismo italiano, ma serve tempo. Corrado Munarin, direttore generale di Condor, spiega infatti che “il Kenya va avanti ormai da alcuni anni con alti e bassi. Ora il Governo sta mostrando grande attenzione per il turismo e sono sicuro che arriveranno i risultati”.

La crisi legata ai conflitti del 2007
La crisi turistica del Paese iniziò nel dicembre del 2007 quando si scatenarono alcuni conflitti interni durante le elezioni politiche e da allora per il Kenya non c’è stata più pace. “Il Governo deve mostrare segnali concreti sul fronte della sicurezza interna – dice ancora Ezhaya –. Serve maggiore attenzione nei confronti della microcriminalità”.

Munarin ricorda che opera sul paese da inizio degli anni ’90 e spiega che un tempo partivano dall’Italia ben 12 voli settimanali verso il Kenya. “Ora i tour operator sono molto più attenti e le rotazioni charter sono calate, però le prime anticipazioni della seconda parte del 2016 ci mostrano vendite in leggero aumento. Se il Governo fa la sua parte possiamo ripartire. Io ci credo ancora”, chiude il d.g. di Condor

Twitter @removangelista

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