Tra le pieghe di bilancio: i segreti dei big player

Quattro grandi campioni che guidano il mercato. Poi, una costellazione di medi e piccoli player che costituiscono la galassia dei tour operator italiani. È questa la fotografia del settore turistico che scatta Pierluigi Fiorentino (a sinistra, nella foto), consulente fiscale di Fto, nell’analizzare i bilanci delle aziende che in Italia producono viaggi.

Uno scenario difficile da inserire in una cornice statica, data la fluidità dell’attività di tour operating, che sempre più svolgono anche network e agenzie di viaggi.

I nomi dei big player
In ogni caso, sono 61 i bilanci dei t.o. presi in esame dal consulente fiscale, che individua solo pochi big player : “Costa Crociere, Eden, Alpitour e Veratour sono i soli 4 attori il cui fatturato nel 2015 ha superato la soglia dei 100 milioni di euro – spiega -: insieme hanno generato ricavi per 5,009 miliardi di euro  a fronte dei 4,803 miliardi del 2014, per un’incidenza pari al 73,4% e una crescita dal 2014 del 4,3%, per un totale di circa 3 punti nelle ultime tre stagioni”.

Per quanto riguarda i medi, i tour operator con ricavi compresi fra i 30 e i 100 milioni di euro hanno nel complesso registrato nel 2015 un +7,3% nel fatturato, mentre hanno patito le aziende con un giro d’affari compreso tra i 15 e i 30 milioni, che hanno riportato nel 2015 una contrazione dei ricavi pari al 9,7%.

“Questo ha inciso anche nell’Ebitda, negativo, in questo ultimo caso, per lo 0,3% - spiega Fiorentino -, a testimonianza del fatto che gli eventi di natura internazionale hanno impattato maggiormente su realtà di media dimensione, molto più che sui piccoli, magari specializzati su nicchie di mercato più solide”.

L'analisi dei costi
Ma un bilancio non è fatto solo di ricavi. Uno dei temi più delicati è quello del ‘roa’, il return on asset, su cui incidono inevitabilmente “costi variabili che vanno programmati e i costi fissi, come il rent e le hr - spiega Fiorentino -.  Il costo del personale incide mediamente per il 6-7% sul fatturato complessivo”.

Criticità e opportunità
Altri aspetti critici sono poi quelli legati “alla liquidità, mediamente piuttosto buona per i t.o. presi in esame, e ai debiti consolidati, ovvero di natura finanziaria utili a realizzare nuovi investimenti, che da 2014 al 2015 sono passati dal 12 al 14%”.

Tra le realtà variegate che compongono il panorama turistico, spicca una caratteristica comune: “La sottopatrimonializzazione – dice Fiorentino – accomuna un po’ tutte le realtà del tour operating nazionale, che sono comunque in grado di generare marginalità”.

Questo, sebbene il valore aggiunto “sia eroso dai costi per il personale e da una gestione finanziaria non sempre lineare, dovuta al sistema creditizio in cui operano le aziende”.

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