Esclusiva TTG - Burgio:"Trasformerò Alpitour"

La rivoluzione di Alpitour porta la firma di Gabriele Burgio. Lui, quello silenzioso (a volte fin troppo), ha deciso di presentarsi a Rimini con la riorganizzazione infilata nella cartella di lavoro. Sfidando le polemiche ha passato intere giornate nel palazzo torinese di via Lugaro a studiare come ribaltare il Gruppo.

Troppi segnali non andavano nella direzione giusta. Voleva cambiare per mettere la sua impronta e cancellare in un colpo solo tutte le voci che lo davano in partenza. Con la Spagna sempre nel cuore, anche se ora con Alpitour sembra aver rotto il ghiaccio. È un presidente diverso dalle ultime occasioni. Forse più diretto e immediato, forse più consapevole del valore della macchina e degli uomini. Ora toccherà al mercato dare una risposta definitiva, perché bisogna arrestare il calo delle vendite e tirare fuori l’orgoglio.

Presidente, autunno caldo con la rivoluzione organizzativa e l’esercizio in chiusura?
Siamo fuori dall’estate, il momento giusto per annunciare questo cambio di passo.

Cambio di passo?
Era da tempo che volevo fare questi passaggi. Ora abbiamo persone e strutture per ridare fiato al nostro progetto. Siamo ripartiti.

Tanti manager in uscita nelle ultime stagioni e quasi nessun acquisto di mercato…
Forse l’azienda era troppo pesante e servivano operazioni di un certo tipo. Ho cercato di sviluppare le esperienze interne. Salvo Andrea Gilardi che va a capo della business unit di Alpitour. Ma lui è un ritorno.

Torniamo alla questione del bilancio?
Si chiuderà il 31 ottobre con ricavi che sfioreranno il miliardo di euro, ma abbiamo fatto un lavoro egregio sul fronte della marginalità.

Per la prima volta  dopo molte stagioni siete  andati sotto l’asticella del miliardo. Dispiace?
Non mi interessa il fatturato ma la redditività. In Italia a volte si misurano le aziende sui ricavi, ma non funziona così. Il 2013 segnerà una bella inversione di tendenza, vedrà presto.

La cura sui costi ha portato effetti?
Certo, e si farà vedere anche in maniera importante nel 2014. Chiaramente mi aspetto che il business torni a correre perché non posso lavorare unicamente sui tagli. Così facciamo contenti anche gli addetti ai lavori, quelli che guardano solo certi numeri.

Si è parlato anche di esuberi di personale. Ma avete immediatamente smentito. Cosa è successo?
Abbiamo spiegato il piano ai sindacati nel dettaglio e non ho mai parlato di piani di esubero.

Dopo le ipotesi di vendita ora parte il rilancio di Francorosso?
Non è in vendita, se vuole dire questo. Anche se tutto ha un prezzo. Comunque nessuno ha bussato alla mia porta.

Le banche stanno facendo pressioni per un aumento di capitale?
La questione non è urgente. Gli istituti di credito hanno visto cosa è successo in Egitto e hanno capito.

Cosa?
Che solo la crisi sul Mar Rosso vale 6 milioni di euro di mancato guadagno. Ripeto,  l’aumento di capitale non è una priorità.

Invece il suo contratto?
Ho firmato un contratto di 5 anni e sono in Alpi solo da poco più di un anno. Non vado da nessuna parte, resto in via Lugaro. Mi rimane ancora molto da fare.

Quindi solo gossip?
Sono come un allenatore di calcio che deve ancora iniziare le stagioni migliori. Ho trovato un’azienda pachidermica. Ho fatto cambiamenti ma ne servono altri. Non ho nessuna intenzione di andare via.

Sul fronte della comunicazione intende svoltare?
Mi accusano di lunghi silenzi? Io parlo solo a cose fatte. Meglio stare zitti e lavorare. Prima di me qualcuno ha fatto miracoli…

Cosa vuole dire presidente?
Chi era al timone di Alpitour ha portato risultati miracolosi con un’azienda disorganizzata. Sono stati bravi.

E adesso?
Adesso continuerò a parlare poco per aumentare la redditività di questa azienda. E può contare sul fatto che non mi interessa rincorrere il tetto del miliardo di ricavi.

Twitter @removangelista

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