Nuova tassa sui voli in Italia: la bocciatura della Iata

Incassa la secca bocciatura da parte della Iata la nuova tassa sul trasporto aereo che ha preso il via dallo scorso 1° gennaio in Italia. L’aumento delle addizionali aeroportuali, pari a 2,5 euro a pax che porta sostanzialmente un carico fiscale di 10 euro se si vola da Roma e a 9 euro se si vola da altri scali della Penisola, non piace davvero a nessuno.

Anche nei giorni scorsi, nel summit europeo sul comparto che si è svolto ad Amsterdam, i player dei cieli erano concordi nel criticare la scelta del governo italiano, e la medesima reazione è quella che arriva ora dalla Iata. “L’aumento della tassa porterà a una perdita di 2.300posti di lavoro annui che verranno persi – si legge nella nota dell’associazione -. Nemmeno un euro di quelli riscossi viene reinvestito nel settore dell’aviazione” è la denuncia della Iata.

L’aumento deciso dal Governo italiano “porterà a un calo di oltre 755mila passeggeri e un impatto sul Pil di 146 milioni di euro l’anno”. Invece di aumentare il carico fiscale, è il suggerimento della Iata, l’Italia dovrebbe pensare ad attuare “politiche che incoraggino i collegamenti aerei – dice Rafael Schvartzman, regional vicepresident Europe di Iata -, puntando a una completa revisione dell’imposta, per arrivare alla sua rimozione”.

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