Volotea corre da sola

Pensa che il modello di sviluppo dei vettori low cost porterà inevitabilmente verso il feederaggio per le compagnie di linea. Ed è convinto che la strategia intrapresa da Volotea, di rimanere fedeli a se stessi servendo città di piccole e medie dimensioni, sia la strada giusta da percorrere.

Carlos Munoz, presidente e fondatore di Volotea, durante la conferenza stampa nella quale annuncia la quarta base italiana del vettore a Genova non nomina mai la concorrenza: anzi, a chi gli chiede quali siano i piani sull'Italia, risponde cortese di non seguire "una strategia italiana, una francese e una spagnola", ma di concentrarsi ogni volta sulla singola base e il suo territorio.

Eppure è indubbio che il manager abbia uno sguardo lungimirante sulle opportunità che la Penisola ha da offrire alla compagnia da lui creata: Genova nel 2017 diventerà la quarta base italiana di Volotea, ben decisa a sopperire con due aereomobili operativi sul Cristoforo Colombo alla carenza di collegamenti tra Nord e Sud Italia. E tra il 2018 e il 2019 Napoli, Catania o Bari - Roma no, ribadisce il manager - potrebbero contendersi la palma per succedere al capoluogo ligure, diventando la quinta base nostrana.

"Dipende da come si svilupperanno gli altri e dalle opportunità che incontreremo", commenta, senza dimenticare un accenno all'incoming italiano, che negli ultimi mesi sta vivendo un ritorno di fiamma tra gli operatori della Penisola. "Siamo molto favorevoli perché lavoriamo in entrambi i sensi di traffico e da sempre siamo attenti al trade: la Francia è il mercato dal quale originiamo più pax per l'Italia ma ultimanmente anche i voli da Atene iniziano a funzionare anche in senso inverso, non più solo per portare gli italiani in vacanza".

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