I dieci anni di low costche cambiarono l'Italia

Dieci anni fa non ci avrebbe scommesso nessuno, e forse in pochi lo avrebbero sperato. Ma i dati non mentono, i campioni italiani del trasporto aereo oggi volano in livrea low cost.

Il 2016 ha visto le compagnie a basso costo, guidate in primis dalle agguerrite Ryanair e easyJet, fare incetta di traffico. Non importa che si tratti di passeggeri nazionali o internazionali, né, ormai, che si parli di grandi hub o di aeroporti di provincia. Da Fiumicino a Malpensa, passando per Torino e Crotone. L’avanzata, portata avanti anche dalle altre competitor del settore - Volotea, Vueling,  WizzAir, Eurowings, Transavia, Blue Air, per citarne solo alcune - è stata inesorabile e i dati Enac ancora una volta lo certificano.

Lo share di mercato
Lo scorso anno i volumi di traffico generati dalle low cost sono stati pari al 49,5% del totale, per una cifra assoluta pari a 81,28 milioni di pax e una crescita sul 2015 del 7,04%. Le legacy, invece, sono cresciute solo del 2,54% e mantengono a stento una quota di poco superiore al 50% del mercato complessivo. E se il trend rimane invariato, il 2017 sarà l'anno del definitivo sorpasso.

Nel 2007 la scalata era partita da uno share di mercato per le lcc pari al 25,8%, dicono i dati Enac, per poi aumentare gradualmente al 32,6% del 2008, al 36,1% dell’anno successivo e così via a salire, in una parabola ascendente che non sembra volersi fermare.

Un fenomeno che ha portato grandi cambiamenti nel modo di viaggiare e di acquistare la biglietteria aerea, che all’inizio intimoriva le agenzie di viaggi. Nel corso degli anni ci sono stati molteplici cambiamenti di approccio commerciale da parte dei vettori, così come di apertura da parte della distribuzione, seppur talvolta storcendo il naso. E ora sembra che un certo tipo di equilibrio sia stato anche raggiunto.

Un tesoro per gli aeroporti
Del resto, non si può negare l’evidenza: i dati Enac riportano che cinque aeroporti italiani (Bergamo, Crotone, Roma Ciampino, Trapani e Treviso) nel 2016 hanno visto le low cost generare oltre il 90% del loro traffico, arrivando addirittura alla totalità nel caso laziale. Mentre in quattro aeroporti (Comiso, Parma, Pescara e Pisa) lo share è stato superiore all’80%. E il fatto che il primo vettore a movimentare passeggeri sul mercato italiano sia proprio una lcc – Ryanair, per capirci – è ormai incontrovertibile. Le low cost fanno business, volenti o nolenti. Per sé e per la filiera.

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