Calenda su Alitalia: “Nessuna alternativa. Lo Stato non interverrà più”

Per Alitalia questa è davvero l’ultima chiamata”. È il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a chiarire le intenzioni del Governo sulla compagnia alla vigilia del referendum tra i dipendenti per dare il via libera o bocciare l’accordo sul piano industriale raggiunto la scorsa settimana.

In un’intervista rilasciata a Ilmessaggero.it, Calenda mette i paletti su una questione in particolare: in caso di un no da parte dei lavoratori “non ci sono alternative, lo Stato non interverrà più”. Questo comporterebbe solamente il passaggio all’amministrazione controllata per i prossimi 6 mesi e poi alla messa in liquidazione, “anche perché nessun altro investitore si presenterebbe dopo una bocciatura dell’accordo”, aggiunge.

Il bilancio sulle trattative
Il ministro del Lavoro traccia poi un bilancio del risultato delle trattative che, spiega, ha portato a un netto miglioramento rispetto alle richieste iniziali dei vertici della compagnia, spiegando che più di questo non era possibile ottenere. Inoltre la promessa di 200 milioni attraverso Invitalia rappresenta l’impegno del Governo “per evitare allo Stato gli oneri ben più pesanti che scaturirebbero dalla liquidazione”.

Un messaggio chiaro arriva poi in merito alla concorrenza e in particolare alle compagnie low cost: impossibile mettere un freno alla loro crescita. Ma c’è un impegno condizionato: “Il governo farà rispettare le regole. Alitalia deve saper competere ad armi pari, con una struttura dei costi adeguata alla concorrenza e una strategia definita”, conclude Calenda.

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