La nuova montagna incantata

Le virate della domanda turistica si possono intuire con anticipo. Sono nell’aria, basta saperle annusare. E questa volta portano con sé il profumo mielato della flora alpina, quello pungente della neve, quello rustico e scostante della fauna d’alta quota.

Dopo anni di oblio, letteratura e cinema ci stanno infatti finalmente dicendo che l’attenzione del grande pubblico torna a condensarsi sulla montagna. E i segnali che arrivano dovrebbero mettere immediatamente in azione chi della montagna ha fatto un prodotto da vendere.

Nuovi mondi verticali
Gli osservatori di mercato rimarcano che la recente uscita sul grande schermo de “La pelle dell’orso”, interpretato da Marco Paolini e tratto dall’omonimo romanzo di Matteo Righetto, altro non sarebbe che l’apice di una massiccia produzione di opere ultimamente prodotte sui mondi verticali. Una produzione peraltro pienamente assecondata dai comportamenti di acquisto registrati nelle librerie, dove vette e massicci sono tornati a macinare incassi, nuovamente protagonisti di vicende, atmosfere, malie e sortilegi da bestseller.

In epoca di storytelling e di turismo esperienziale, leggere alcune di queste opere potrebbe allora aiutare gli operatori turistici a comprendere in cosa risieda oggi il fascino suscitato dall’ambiente montano e quale sia il modo più idoneo e più attuale per raccontarlo ai clienti.

Un restyling improrogabile
Attivando una modalità di lettura strategica, si potranno così cogliere tra le righe spunti per un restyling di prodotto non più rimandabile e peraltro vivamente consigliato dai curatori dell’ultimo Rapporto sul Turismo Italiano i quali, al capitolo sui Turismi della Montagna, ricordano come “continuare a leggere le aspettative del turista secondo lo schema del passato” non agevoli né il potenziamento dei flussi né l’impiego produttivo di strutture e infrastrutture.

La domanda – puntualizzano – sta cambiando “non solo sul piano economico, ma anche su quello comportamentale, perché espressione della ricerca di risposte diverse dal classico soggiorno in montagna”.  Va però tenuto conto che con una pronta replica alle crescenti esigenze di disintossicazione digitale, di lentezza e di autenticità, si renderebbe il prodotto soltanto più attuale, ma non più seducente. Affinché ciò avvenga, bisogna fare ricorso al potere evocativo di libri e film.

Al comparto il compito di scovare i valori che alimentano questo potere, di analizzarli e declinarli in forma di prodotto. Senza smorzare quell’incanto e quella magia che tanto piacciono al pubblico e che non sempre la montagna turistica si è preoccupata di preservare.

Twitter @paolaviron

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