La quadratura del turismo

Ha circuitato per qualche giorno sul web, aggiudicandosi un dignitoso spazio e riscuotendo una buona dose di divertiti ‘mi piace’ con inesorabile corredo di commenti al vetriolo, presumibilmente a cura di chi si ritrovava incasellato in una tipologia di località o di viaggiatore sgradita: radical-chic oppure snob, frikkettona oppure truzza. Poi via, inghiottito dai tanti buchi neri del cyberspazio.

Peccato, perché se invece, anche solo per un attimo, si fosse sorvolato sulla componente giocoso-provocatoria del quadrato semiotico fatto circolare da  FindingNeverlandTravelBlog.com e, soprattutto, se per un attimo si fosse riusciti a sedare i moti di sdegno dettati dai soliti infecondi personalismi e campanilismi, si sarebbe scoperto di avere fra le mani un esercizio di marketing preziosissimo per il comparto.

Utile in primis per autovalutarsi, e poi per pianificare a tavolino i correttivi da applicare alle strategie prodotto e di marketing, meglio se dopo un’analisi similare della concorrenza.

La paternità del discusso quadrato si deve non a caso al noto semiologo e pubblicitario Jean Marie Floch, nella seconda metà del secolo scorso in cerca di un modello che, funzionando secondo la logica geometrica, definisse i quattro possibili gradi di valorizzazione dei consumi: pratico, utopico, ludico, critico (vedi immagine in alto).

Scelse il quadrato e lo suddivise nei suddetti quattro campi. Il primo utile a misurare il livello di utilità assegnato dal consumatore al prodotto (affidabile, confortevole, ecc...), il secondo per esaminare i valori astratti evocati dal prodotto stesso (ad esempio l’avventura, la tradizione, ecc...), il terzo per valutarne la capacità di gratificare il piacere del consumatore - sia estetico che ludico -, e il quarto per rilevarne l’abilità di mediazione tra valori apparentemente opposti (quale l’inflazionatissimo caso della 'qualità-prezzo').

Spiegare le infinite possibili applicazioni del quadrato di Floch in campo turistico sarebbe impossibile in questo spazio, ma è utile ricordare che la lettura semiotica del prodotto – sfruttata da tempo dalle imprese extra settore - sta incominciando a penetrare anche il comparto. Valtur, nel 2001, fu in questo senso un autentico pioniere, e l’elaborazione del quadrato ai fini della valutazione della (per quei tempi) nuova brand image è dettagliatamente illustrata nel libro 'Semiotica in pratica' recentemente pubblicato da Laura Rolle, docente della materia presso l’Università di Torino, nonché storica docente TTG Lab, edizione 2014 inclusa.

Alla luce delle istruzioni per l’uso fornite nel volume, si scoprirà così che il quadrato animatore di tanta polemica non è affatto un banale giochino da ombrellone. Ma è, invece, uno strumento chirurgico sottile ed affilato che, in quanto tale, può procurare qualche dolore. Con il vantaggio – se utilizzato con perizia - di alleviare però molti acciacchi.

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