Agenzie di viaggi contro 'compro oro', sigarette elettroniche e Blockbuster: 3-0

Ci sono business che tirano da matti, sembrano inarrestabili, poi improvvisamente si afflosciano. Ne cito tre, per sottolineare la 'resilienza' delle agenzie di viaggi.

I 'compro oro', ovvero i negozi che acquistano e rivendono metalli preziosi, sono cresciuti a dismisura dal 2009 a oggi, sino all’incredibile numero di 35mila, in tutta Italia. Nel 2014 han chiuso in 13mila e oggi se ne contano 22mila. Che sono comunque moltissimi, essendo nati sull’onda della crisi, che ha costretto tanti italiani a mettere mano al tesoretto di monili e gioielli, pur di tirare la fine del mese. Due, tra tante, le cause della ritirata: il crollo del prezzo dell’oro (salito fino a 44 euro al grammo, oggi ne vale 28) e la commistione tra commercio e riciclaggio di merce di dubbia provenienza (che ha messo tanti 'compro oro' sotto l’occhio della Guardia di Finanza).

Destino simile per le sigarette elettroniche: “All’inizio è stato un boom” afferma il titolare di un negozio specializzato di Udine. “Il clou del fenomeno si è registrato nel 2012, noi abbiamo aperto allora e nel 2013 qui fuori c’era la fila. Oggi le vendite sono indubbiamente calate, e moltissimi negozi hanno chiuso”. Causa soprattutto la legge che pone la “e-cig” sotto i Monopoli di Stato e prevede un’imposta sulla vendita del 58,5 per cento, cui va aggiunta l’Iva del 22. Ma anche la fine di un’effimera moda.

Risale al 2012, infine, la chiusura dell’ultimo negozio Blockbuster in Italia, che per una decina d’anni erano stati il punto di riferimento per il noleggio di videocassette prima e DVD dopo. Blockbuster deve la sua fine alla concorrenza di internet e al download (illegale, e non solo).

Insomma, tra 'compro oro', sigarette elettroniche e VHS/DVD, sono almeno tre i business che le agenzie di viaggi hanno visto passargli davanti e poi scoppiare in una bolla. Non male, visto quello che - nel 1999 - vaticinava quel profeta di sventure di Bill Gates: “Le agenzie di viaggi saranno le prime a fare le spese dello sviluppo di Internet, le prime a sparire dal mercato. Per questo ho creato Expedia”.

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