Un mestiere al tramonto: il product manager del t.o. generalista

Gérard Blitz e il primo Club Méditerranée in Corsica (1950). Franco Rosso e i primi viaggi in Africa (1970). Bruno Colombo e l’all-inclusive nei VentaClub (1996). Cosa li accomuna? Tutti e tre erano grandi, grandissimi product manager. Hanno inventato un prodotto e lo hanno imposto sul mercato, che ha risposto alla grande e li ha premiati per decenni.

Cosa fa un product manager? È colui (o colei, le donne sono tante) che fa da ambasciatore di un prodotto e/o di una destinazione all’interno di un tour operator. Phuket e le Maldive, Cancun e i safari in Kenya, Cuba e le crociere sul Nilo sono nati così: grazie a qualcuno/a che di quel prodotto/destinazione sapeva tutto, e intorno gli ha costruito quei pacchetti che hanno fatto la fortuna di Alpitour e di Hotelplan, di Eden Viaggi e di Ventaglio, di Aviatour e di Orizzonti. Il ruolo di p.m. era molto ambito, perché permetteva di viaggiare e di inventare viaggi: cosa c’è di più gratificante, per chi si occupa di turismo?! E poi quelli bravi potevano diventare direttori di prodotto, e magari aspirare alla direzione di un t.o., o fondarne uno tutto loro.

Il p.m. andava in trasferta a Ibiza o a Cuba per scegliere gli hotel e i tour, trattare col corrispondente locale, trovare i fornitori di servizi a terra. Poi tornava in sede e trasferiva il tutto su un catalogo, unico e primario strumento di vendita per le agenzie. Quindi trattava coi commerciali per i budget, supportava il booking, interveniva sui corrispondenti quando ce n’era bisogno.

“Oggi non è più così” racconta Davide Prella, una carriera tutta nell’area prodotto dei Viaggi del Ventaglio, dal Perù e dall’Irlanda al Club Dominicus e alle acquisizioni di Columbus, Utat, Caleidoscopio. “Di prodotto ce n’è fin troppo, accessibile da qualunque pc, soprattutto a livello di pernottamento alberghiero, dove i grandi wholesalers garantiscono varietà e prezzo. Per i tour qualche spazio in più c’è, anche se ormai è difficile inventare qualcosa di nuovo. L’attività del p.m. ha sempre più caratteristiche di editing, scelta e impaginazione di testi/foto, quindi di pura 'comunicazione' del prodotto, piuttosto che di costruzione e contrattazione. Anche perché i clienti sono sempre più informati e spesso lo sanno prima di te cosa c’è di veramente imperdibile a…Bangkok!  Insomma, il mestiere esiste ancora, ma è proprio cambiato…”.

Vero. Basta guardare gli organigrammi dell’area di prodotto dei t.o. generalisti: la media supera ampiamente i 45 anni, e di trentenni ce ne sono pochi. Gli altri, sono andati a lavorare per le Olta.

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