- 09/07/2019 12:57
L’Antitrust controla legge pugliese sulle agenzie: il ricorso è escluso
Ormai i termini per chiamare in causa la Corte Costituzionale sono scaduti. Ma questo non vuol dire che le osservazioni dell’Antitrust sulla legge della Puglia che regola l’attività delle agenzie di viaggi non possano avere effetti.
L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha reso noto nelle scorse ore un documento, inviato al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui muove alcune osservazioni sulla nuova legge pugliese per le attività del turismo. Nella lettera, data 3 giugno, si legge in particolare che l’Agcm “ha valutato che le restrizioni all’attività di agenzia di viaggi imposte nei confronti degli enti no-profit limitano in maniera ingiustificata la prestazione di servizi turistici da parte di questa tipologia di operatori”.
Le conseguenze
Ma quali sono, in definitiva, gli effetti delle osservazioni mosse dall’Antitrust? Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, precisa che “il 2 luglio è scaduto il termine per fare ricorso da parte della Presidenza del Consiglio alla Corte Costituzionale”. Dunque è ormai da escludere che arrivi l’obbligo di modificare la legge.
Questo, però non vuol dire che “la Regione Puglia, viste le osservazioni, non metta all’ordine del giorno una modica della disciplina in questione”, aggiunge Rebecchi.
E comunque “politicamente quanto scritto dall’Antitrust è importante”. E questo per almeno due motivi. La legge della Puglia, infatti, era la prima a recepire la direttiva pacchetti, che è andata a modificare il Codice del Turismo. Il testo, infatti, era stato accolto dal settore come un ‘canovaccio’ per le riforme delle altre regioni. “Ma questo ora potrebbe essere messo in discussione da quanto affermato dall’Antitrust”. Ovvero, la legge della Puglia potrebbe non valere più come base per le altre regolamentazioni.
Non solo. “Le osservazioni dell’Agcm - aggiunge Rebecchi - arrivano nel pieno della discussione riguardo la legge delega del Turismo”.
Insomma, anche se l’ipotesi dell’obbligo di rivedere la norma sembra da escludere non è detto che le ricadute non si facciano sentire.