• 02/05/2023 17:21

Business travel, Deloitte: “Entro il 2025 i numeri del pre-Covid, ma pesa l’inflazione”

La spesa per i viaggi d’affari potrebbe tornare ai livelli pre-Covid tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, ma questa potrebbe non essere del tutto una buona notizia. Seppur positiva, infatti, la previsione emersa dal Corporate Travel Study di Deloitte va contestualizzata e letta tenendo conto dello scenario economico attuale.  

Dopo il graduale abbandono delle restrizioni in tutto il mondo, il business travel è sì in forte ripresa, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, e sì, la spesa per i viaggi aziendali potrebbe tornare ai livelli del 2019 entro la fine del prossimo anno, ma a causa dell’inflazione globale questa potrebbe risultare inferiore del 10/20% rispetto al pre-pandemia. Questo perché, spiega Deloitte, l’aumento generalizzato delle tariffe di hotel, trasporti e altri servizi sta diminuendo la spesa complessiva in termini reali.

Cala la spesa reale
Per tradurre ulteriormente, la domanda c’è ed è in crescita, ma rispetto al pre-Covid, i travel manager si trovano a pianificare viaggi con un potere di acquisto minore, prenotando voli e camere a prezzi decisamente più alti. Un trend, questo, che secondo gli analisti Deloitte interesserà tutto il 2023 e che si protrarrà fino alla fine del 2024.

Al problema dei costi maggiorati si aggiunge così quello delle contrattazioni per chi organizza i viaggi. I travel manager si troveranno sempre più ad affrontare difficili negoziazioni con i fornitori, cercando al contempo di soddisfare le esigenze dei clienti e la crescente richiesta per soluzioni green: 4 aziende europee su 10 e un terzo delle aziende statunitensi affermano infatti di voler ridurre gli spostamenti di più del 20% per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030.

Le spese per i viaggi internazionali continueranno a crescere: in particolare i manager europei prevedono che il 32% del budget del 2023 sarà destinato a viaggi internazionali all'interno del Continente e il 28% a viaggi extraeuropei.

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