• 27/09/2024 08:35

I viaggi degli italianinello studio Bluvacanze:le agenzie tornano di moda

Il 2025 dei viaggi sorride all’Italia. Nell’ultimo studio realizzato da YouGov e messo in relazione ai dati delle 350 agenzie di Bluvacanze, il Belpaese risulta ancora la destinazione prediletta dal 32% degli italiani, mentre un 38% intende far rotta verso l’Europa centro-meridionale.

Alquanto ridotte le percentuali delle destinazioni extra-continentali, con l’America del Nord ferma a un 5% e l’America del Centro-Sud al 6%: valori inferiori addirittura all’Africa (8%), mentre in Asia (7%) gli occhi sono puntati su Thailandia e Giappone, oltre che sulla remota Australia nell’area pacifica.

Un nuovo approccio all’acquisto

Se gli interessi restano sostanzialmente nel solco di binari tradizionali, il processo d’acquisto dei viaggi mostra invece una rapida e sorprendente trasformazione. “Il 73% degli italiani cerca informazioni sul web - spiega Stefano Russo, sales director di YouGov Italia -, ma 4 su 5 si affidano al passaparola di amici o conoscenti. Sempre più incisivo, poi, il condizionamento dei feed sui social network (24%), fonte di riferimento per il 42% dei viaggiatori fra i 25 e i 34 anni (Instagram al top col 19% e col 22% dei giovanissimi affezionati a TikTok quale media primario)”.

Il ritorno delle agenzie

Al momento dell’acquisto il canale delle agenzie torna però a esercitare un ruolo determinante per 11 milioni di italiani (soprattutto over55). “Rileviamo quasi gli stessi valori di YouGov a livello prettamente statistico - osserva Marco Orlandi, chief digital experience officer del Gruppo Bluvacanze - tanto da poter aggiungere che l’attuale mercato dei viaggi vale 60 miliardi di euro, di cui il 36% generato dalle agenzie. Il comportamento d’acquisto del cliente è tuttavia omnicanale, in particolare da parte degli altospendenti: maggior disponibilità economica significa infatti maggior complessità di programmazione, con tempi booking da 1 a 3 mesi (per il 30% di chi entra in agenzia) e necessità di consulenze one-to-one, ma sempre più mediate da servizi digitali”.

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